Pitekousa (letteralmente : isola delle scimmie), così la battezzarono i coloni greci anticamente. Oggi Ischia, l’isola più grande della zona dei Campi Flegrei e dell’intero arcipelago campano. Dalle origini elleniche ad oggi, Ischia conserva la memoria del suo passato e delle sue testimonianze archeologiche, raccolte nel museo di Villa Arbusto – dove viene tuttora ammirata la celebre Coppa di Nestore (famosa per l’iscrizione in lingua greca originaria risalente al periodo classico).
Storia e cultura a parte, qui è possibile trovare la pace ed il benessere necessari ad affrontare al meglio la calda estate. Attenzione però a non abusarne, causa stanchezza e senso di inappetenza. Stiamo parlando delle sue tante sorgenti d’acqua termale, che dal rovente sottosuolo vulcanico del sistema flegreo sgorgano in superficie regalando al corpo benefici e spesso prescritte dal medico curante come terapia specializzata per la pelle, il fegato e contro patologie particolari. Piscine calde e fredde, poste in ogni albergo dell’isola, ma anche calette naturali dalle quali sgorga acqua sulfurea e visibile attraverso bollicine e fumarole (come nelle spiagge di Cartaromana – foto – e di Sorgeto).
Ideale come soggiorno breve o settimanale, ma da evitare nei mesi centrali della bella stagione, fine luglio ed agosto in particolare. Il buen retiro ischitano potrebbe assumere presto i contorni di una ordinaria giornata in città, se raggiunta durante l’alta stagione. Meta prediletta di napoletani, per la vicinanza geografica al capoluogo campano, ma soprattutto di tedeschi, amanti delle terme e particolarmente concentrati lungo la costa sud. Il borgo di Sant’Angelo è infatti quello più battuto ed apprezzato dai turisti teutonici, primo fra tutti la Cancelliera di Germania Angela Merkel. Facilmente raggiungibile anche dalla vicina marina dei Maronti, spiaggia di sabbia finissima e costellata di stabilimenti termali, ma capace di offrire anche un mare cristallino per un piacevole tuffo in acqua salata.
Un’isola che può essere vissuta a pieno anche al di fuori dei mesi estivi. Primavera ed autunno sono per molti le stagioni ideali per concentrarsi sulla cura del proprio corpo e del benessere psicofisico.
Ma Ischia non è solo terme. Un antico detto recita “a Ischia si mangia, si beve e si fischia” – appunto – per indicarne la straordinaria offerta enogastronomica che spazia dal pesce ai prodotti della terra. Eccellenti anche i vini prodotti sull’isola, nelle vigne a terrazzamenti che adornano i profili più aspri e impervi dell’isola verde. Le salite dell’Epomeo, cima più alta, fanno da contorno al profilo del territorio interno dell’isola, ben visibili anche dalla costa lungo la quale sorgono la maggioranza dei Comuni isolani. Ben sei, mai unitisi ma anzi gelosamente custodi della loro identità : dal centro omonimo che dà il nome all’isola, che si estende da Ischia Porto al borgo marinaro di Ischia Ponte con il suo Castello Aragonese; proseguendo verso nord-ovest Casamicciola, Lacco Ameno e Forio (quest’ultima particolarmente ambita dai villeggianti partenopei e caratterizzata nella storia da vari insediamenti di turchi, dei quali ancora oggi si vedono le tracce osservando tradizioni e nomi comuni degli autoctoni). Sul versante opposto, quello più montuoso, troviamo Barano e Serrara Fontana. Tante le frazioni, borghi talvolta incantati e lontani dal caos cittadino che anima le vie del centro.
Possiamo citarne alcune: Panza, Campagnano (foto) e Cartaromana – che dà il nome anche alla sua spiaggia di sabbia e scogli, raggiungibile facilmente via mare con servizio taxi boat dal molo di Ischia Ponte, al di sotto del Castello. Nell’interno dell’isola è possibile dare soddisfazione al palato, con ricette antiche ed eccellenze gastronomiche fra cui il coniglio all’ischitana.
Condito con pomodorino del piennolo, basilico, spezie e cotto con sfumature di bianco locale, preferibilmente Biancolella autoctono ed aromatizzato alla Pipernia – spezia dalla cui infusione si ricava l’amaro detto Pipernina. Taluni ristoranti dell’entroterra utilizzano peraltro l’intingolo del coniglio come salsa per condire la pasta, bucatini in particolare. Quanto a vini e distillati, ovviamente, la scelta è varia : Biancolella e Forastera caratterizzano i vitigni di bianco tipici dell’isola, coltivati in diverse misure e spesso uniti fra loro per ottenere un ottimo bianco d’Ischia. Piedirosso è invece un ottimo abbinamento per il coniglio (foto). Presente inoltre l’uva di Falanghina, così come per il rosso il Piedirosso o Per’ e palummo. Liquore principe dell’isola è invece il Rucolino, ottenuto dall’infusione di erbe come la rucola, aromatizzate e lasciate per almeno 4 mesi a macerare. Servito freddo, quasi ghiacciato, si rivela un ottimo digestivo per chiudere un pasto a base di tipicità isolane.
Inutile approfondire sulla stragrande maggioranza dei parchi termali presenti. Dal giardino comunale di Ischia porto, più ambito soprattutto per fanghi e sauna, passando per i più celebri giardini Poseidon (a Forio, spiaggia di Citara) oppure Castiglione e Negombo (quest’ultimo posto nell’incantevole e silenziosa baia di San Montano, nei pressi del centro di Lacco Ameno) dove piscine a varie temperature si alternano a jacuzzi e percorsi Kneipp con cascate e docce termali. Proprio nel comune il cui nome deriva dal latino ‘locus amoenus’ – fra i più inn ed esclusivi dell’isola – sorge un fantastico lungomare, chiuso al traffico e contorno ideale del porticciolo turistico al centro del quale spicca il cosiddetto “fungo” (scoglio dalla forma particolare che rievoca appunto quella di un fungo – ved. immagine di copertina ndr).