L'”Oasi delle Mamme”, nel cuore della Costiera Sorrentina un luogo per ascoltare, sostenere, confrontare, informare le giovani mamme in dolce attesa

A Sant'Agnello (NA) una opportunità di ascolto, sostegno, confronto, informazione e consulenze gratuite con la Dott.ssa Ilaria Borrelli, per preparare donne in gravidanza e futuri papá a quello che resta il dono piú grande: la nascita di un figlio

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L’OASI DELLE MAMME è una di quelle lodevoli iniziative che meritano attenzione. Il 7 e 8 ottobre prossimi presso l’Oasi Patrizia Veniero – un angolo verde di paradiso nel cuore di Sant’Agnello, comune della bella Penisola Sorrentina –  si terranno una serie di incontri informativi e attività per mamme (e per i papà) “in dolce attesa” (una sessione mattutina tra le 10.00 e le 12.00 e una pomeridiana tra le 16.00 e le 18.00).

Si tratta di una opportunità di ascolto, sostegno, confronto, informazione e consulenze gratuite con una esperta del campo, per preparare donne in gravidanza e futuri papá a quello che resta il dono piú grande. L’iniziativa vede il patrocinio del Comune di Sant’Agnello, il sostegno del Forum dei Giovani di Sant’Agnello e la collaborazione di Mel del Piano, artista emergente, che con la sua arte del belly painting decorerà le pancione che lo vorranno.

Ho raggiunto l’Ostetrica Dott.ssa Ilaria Borrelli, che curerà questa intensa e particolare due giorni.

Dottoressa, come nasce questa iniziativa?

L’idea di questa iniziativa, nasce dalla presa di coscienza che soprattutto sul territorio della Penisola Sorrentina, ma anche oltre, poco o nulla si fa per le future mamme e i futuri papà, al di fuori dei classici corsi di accompagnamento alla nascita forniti dall’ASL, ai quali per forze maggiori non tutti riescono a partecipare. Così dopo mesi di osservazione di questa triste realtà e dinanzi alla richiesta di fare qualcosa da parte di tante mamme e anche di tanti futuri papà, ma soprattutto dinanzi alle lacrime di tante donne che ho aiutato nel parto, ad allattare, a prendere coscienza della nuova vita in tre, mi è nato forte il desiderio di creare un ambiente di informazione e sostegno per le donne, per i futuri genitori e le famiglie, un luogo sociale in cui infondere la cultura della genitorialità consapevole, in cui confrontarsi liberamente, in cui non sentirsi mai soli.

E di qui la bella scelta di trovare un luogo di “pace”, come quella di un parco, nel cuore della città …

Eh sì quale posto migliore dell’Oasi Patrizia Veniero a Sant’Agnello, una culla di vita, la quale potrà avere oltre alla funzione ecologica, una funzione culturale e sociale: creare una rete di cittadini (mamme e papà) esperti.

Una iniziativa che sembra essere anche una risposta convinta ad un problema di cui si parla – a torto – troppo poco, ossia quello della violenza ostetrica, contro la quale anche in Italia è nata la campagna #BastaTacere, lanciata nei social da Elena Skoko e Alessandra Battisti del Network internazionale “Human rights in childbirth” (Diritti umani alla nascita), sulla falsariga dell’hashtag internazionale #breakthesilence.

 

Vero. Come ben saprai proprio in questi ultimi giorni si sta parlando di violenza ostetrica, è partita la campagna #bastatacere, grazie alla quale le donne trovano il coraggio di parlare di tutti quegli abusi in corsia, attacchi fisici e verbali , umiliazione , abbandono, procedure mediche coercitive o non acconsentite che si consumano nei nostri ospedali e diventano shock indelebili. Un argomento di cui si parla ancora poco, ma chi inizia a circolare nella coscienza delle donne e con una proposta di legge in Parlamento.
Accanto a questo, è la percezione della gravidanza e tutto ciò che ruota attorno ad essa ad essere cambiata. Oggigiorno, spesso, il periodo della gestazione è vissuto come una patologia. La madre e il bambino sono divenuti oggetto di un’assistenza spesso accanita e medicalizzata; la fretta è diventata la vera protagonista; la fatica e il dolore sono stati demonizzati e la loro funzione di guida misconosciuta; le risorse di ciascuna donna sono state messe in secondo piano.

Invece la nascita dovrebbe rappresentare forse il dono più bello, il completamento di un percorso che coinvolge ciascuna coppia… giusto?

La nascita comporta nuovi equilibri da ritrovare e tanti interrogativi cui dare risposta, le donne hanno perso l’antico contatto con il loro corpo, con se stesse e il loro bambino, si sentono sole e insicure affidate a mani estranee, e pensare che fino a pochi decenni fa intorno alla donna c’erano diverse risorse a sostenerla: la famiglia allargata, le donne del vicinato e la levatrice. Forse troppa ospedalizzazione ci ha allontanato da aspetti importanti ed è per questo che oggi si parla di umanizzazione della nascita, rendere la nascita e il periodo che la precede e la segue più umano. È stato ormai riconosciuto che le vicende della gravidanza, e dei primi anni di vita sono variabili determinanti che incidono sul carattere e sul comportamento dell’individuo. Diventa un dovere sociale ed etico tracciare nuovi percorsi, più ampi, più completi per umanizzare, valorizzare e sacralizzare questo momento così importante.

Nella frenesia dei tempi moderni, occorrerebbe insomma tornare o almeno riscoprire l’umanità delle cose …

Umanizzare vuol dire anche favorire il legame madre-figlio: il bonding. Come molte parole della lingua inglese, anche questa ha il dono della sintesi. In una parolina così breve sono racchiusi significati molto importanti per ogni adulto che diventa genitore e per ogni neonato che viene al mondo. Si tratta di un termine moderno, ma il suo significato ha già alcune migliaia di anni di evoluzione; senza il bonding forse la razza umana non sarebbe stata possibile. Pochi conoscono e usano questa parola; anche tra coloro che contribuiscono a far nascere bambini, questo termine è poco noto o non è considerato importante per il loro lavoro. Si tratta di una parola moderna, il cui significato è legame, attaccamento, ma ha già compiuto vent’anni, è nata negli Stati Uniti nel 1982. In inglese bond significa attaccare, vincolare, incollare, cementare; il bonding è, infatti, il processo di formazione del legame tra i genitori e il loro bambino. E’ questo legame profondo, specifico, permanente (fisico e psicologico insieme), che permette di allattare, di cullare, di giocare col proprio bambino, ma anche di proteggerlo, di non trascurarlo, di non abbandonarlo. Il bonding permette di far emergere nei genitori istinti nascosti utilizzando il loro “periodo sensibile”; viene così favorita quella grande sensibilità comunicativa necessaria ad attivare risposte efficaci alle diverse necessità del bambino. C’è un momento speciale, infatti, detto “periodo sensibile”, in cui gli attori del bonding (neonato, mamma e papà) sono particolarmente inclini all’instaurarsi della relazione.

Quando comincia questo periodo?

Inizia nelle prime ore dopo il parto e si mantiene in genere per il tutto il corso della permanenza in ospedale. Nei primi 60-90 minuti di vita, in particolare, il neonato è in una fase di veglia tranquilla, è molto attento e riesce a percepire ciò che lo circonda: vive il suo primo incontro con il mondo. È sensibilissimo al contatto “pelle a pelle” con il corpo della mamma, che rappresentava il suo universo fino a pochi attimi prima, sente e riconosce il suo odore, la sua voce e, se accostato al seno, il suo battito cardiaco. Anche i genitori sono particolarmente ricettivi nelle prime due ore dopo la nascita: cominciano a riconoscere il loro cucciolo, attuando inconsapevolmente un passaggio fondamentale, quello che li porta a confrontarsi non più con un bambino “immaginato”, ma con un bambino “reale”. La carica emotiva che caratterizza questi momenti è formidabile, e produce un’energia che il piccolo percepisce e che plasmerà il suo rapporto con gli altri e con il mondo. Di tutto questo non si parla, invece andrebbero diffuse informazioni al fine di proteggere questo momento così sacro e fondamentale per la relazione futura della triade mamma-papà-bebè e il loro benessere psico-fisico.

Il suo mestiere è fatto di consapevolezza e di passione …

La mia esperienza di ostetrica, il continuo studio e aggiornamento, la forte fiducia nelle competenze innate della madre e del bambino, l’approfondita conoscenza della fisiologia e l’intimità dell’ ambiente domestico, accogliente e protetto, mi permette di accompagnare le famiglie durante tutte le tappe principali della vita, così l’idea di un evento gratuito per le mamme in attesa e i papà, per garantire continuità ed accoglienza. Un luogo protetto dove confrontarsi, condividere esperienze, dove trovare sostegno, informazioni, sconfiggere la solitudine e l’abbandono che ancora molte donne vivono durante uno dei momenti più importanti della vita. La maggior parte delle attività sono intese come attività non “sanitarie” ma occasioni di crescita nel processo del divenire genitori, di condivisione e di scambio. L’obiettivo finale è quello di dare alla donna, al suo partner e al suo bambino l’opportunità di vivere la nascita nel modo che meglio desiderano … 

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