Se non fosse per il caminetto acceso accanto al nostro tavolo, nemmeno ci saremmo accorti del reale calore di questo vino. Dall’incantevole collina di Caserta Vecchia – splendido borgo medievale della provincia campana che domina la piana del Volturno, con veduta panoramica fino a Capri ed al Vesuvio – scopriamo una realtà vinicola piccola ma al contempo interessante.
Il ‘San Rocco’ dell’azienda Della Valle Jappelly, produttore attivo proprio qui a Caserta Vecchia, è un rosso granato ma ancora con nostalgie di rubino che abbraccia una grande varietà di vitigni campani autoctoni. Siamo davanti ad un mix di sfumature, di colori e sapori, dall’aroma delle spezie dominante alla leggera nota floreale che si percepisce dopo aver decantato per un po’ il vino nel calice. Mai ne avremmo potuto immaginare l’annata (2004), prima di girare la bottiglia e confrontarne il retro etichetta con i risultati dell’esame visivo ed olfattivo.
Un rosso Campania Igt del 2004 , invecchiato ed affinato in barrique di rovere francese, proposto dal nostro accogliente ristoratore del borgo antico assieme ad eccellenti pietanze a base di cacciagione : lepre, cinghiale, maialino nero casertano e così via. Scaldati dal tizzone ardente a pochi centimetri da noi, descriviamo un rosso fra i più leggeri (gradazione attorno al 12%) fra quelli derivanti da Pallagrello Nero casertano ed altre uve locali. Siamo nella fascia collinare a ridosso della provincia di Napoli, non lontani né dall’area caiatina dove domina il Casavecchia di Pontelatone (CE) né dalla fascia costiera del magistrale Falerno del Massico.
Da disciplinare non viene ammessa l’indicazione in etichetta del vitigno dominante, se non utilizzato almeno in quantità pari all’85%. Dunque un eccellente blend, prodotto con i maggiori vitigni a bacca nera di questa zona. Si va dall’Aglianico al Pallagrello Nero, dai vitigni minori oggi rientranti nella Igp ‘Terre del Volturno’ alle uve Piedirosso frutto della vicinanza con l’area flegrea (tra le province di Napoli e Caserta). Prezzo alla bottiglia intorno ai 18 euro. Vino morbido, malgrado l’invecchiamento e le apparenti note spigolose del primo assaggio. Ben si adatta al sapore forte della carne di cinghiale alla brace, ad un piatto di pappardelle in salsa di lepre; o magari con una calda zuppa di fagioli borlotti, tartufo del Matese, castagne e salsiccia locale. I piatti tipici del posto sono tutti particolarmente indicati in unione con un calice di San Rocco. Scelta dal sapore storico, a maggior ragione perchè immersi nell’atmosfera in sé un po’ vintage, rustica, di questa caratteristica locanda nel cuore medioevale Caserta Vecchia.