Matera2019: storie di vita nei Sassi… tra pane, vino e “cialledda”

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Non potevamo chiudere questo intenso mese di maggio senza aver fatto tappa nella Capitale Europea della Cultura 2019. Matera accoglie il nostro gruppo di turisti per caso guidandoci attraverso le sue stradine, scalette, grotte e…appunto…i suoi Sassi, facendoci respirare il fascino d’altri tempi che la città capitale Unesco conserva ancora. E’ domenica, il caldo è a tratti insopportabile e sembra già un anticipo d’estate.

La cattedrale in romanico pugliese, bianchissima e decorata secondo lo stile dell’epoca, domina la veduta sin dalla prima piazza con panorama a 360 gradi sul capoluogo lucano. Una guida esperta del posto ci fa da Cicerone, mentre in tanti sono già assorti e catturati dal solo pensiero di essere sul set di pellicole come “The passion” di Mel Gibson e “L’uomo delle stelle” di Tornatore con Sergio Castellitto. Le più giovani componenti del gruppo di gitanti della domenica attivano invece il più fresco ricordo legato alla tv con “Sorelle” – fiction RaiUno di circa un anno fa con Ana Caterina Morariu ed Anna Valle in una magistrale interpretazione.

Non c’è solo spazio per la fantasia, dal momento che lo scenario incantato e le gravine che si aprono alla vista dai tanti balconcini naturali incastonati fra Sasso BarisanoSasso Caveoso sembrano quasi catapultare l’osservatore in una dimensione quasi preistorica. Le chiese rupestri, le grotte in cui si viveva fino al secolo scorso in condizioni igieniche precarie e con tasso di mortalità infantile elevatissimo, fanno parte del suggestivo intreccio di rocce, scale, muri e gru – mezzi all’opera per la futura Matera 2019 e per non far trovare la città lucana indietro con l’evento che tutti aspettano con ansia. Tutti, dal piccolo borghese al ristoratore fino alla grande catena ricettiva, attendono questo grande passo verso la rinascita. Matera è al centro di un miracolo che grazie all’attenzione che Unesco ha deciso di rivolgerle per l’immenso patrimonio culturale, artistico e paesaggistico tutti hanno deciso di sfruttare. Dal quasi dimenticatoio di pochi anni fa ad una incredibile esplosione turistica. La visita alla casa grotta con le poche cose a disposizione dei vecchi abitanti, ormai trasferitisi nella Matera moderna o addirittura al nord, è il momento che più di tutti cattura l’occhio della gente.

Non esiste tappa a Matera senza averne assaggiato il suo pane, alimento base, croccante e splendido per la sua lunga conservazione e la sua morbidezza interna. Oggetto di buona parte del menù tipico proposto da trattorie e ristoranti del centro antico. In versione bruschetta, mollica impastata assieme ad uovo e pomodoro per la polpetta servita in antipasto. Oppure la classica “cialledda” che pervade la lista dei piatti tipici del posto. Pane raffermo in umido, unito a cipolle rosse, pomodorino fresco e cetrioli o verdure lesse. Piatto freddo e versatile, da antipasto a primo a contorno. Un pranzo che non delude i palati raffinati ma al contempo basato su ingredienti poveri e classici della gastronomia dell’essenziale come una volta. La pasta non è da meno, talvolta condita con ragù bianco di cinghiale oppure con il peperone crusco frequente sulla tavola lucana e abbinato a taralli, formaggi locali o presente nell’impasto stesso dei maccheroni. Ottima la salsiccia lucana, piccante o non piccante, spesso unita ai primi o principessa del secondo piatto. Il vino, eccellenza locale pur se vittima della vicinanza con le zone del primitivo pugliese della Murgia e con l’Aglianico del Vulture tipico della provincia di Potenza. Il Matera doc primitivo 100% può rivelarsi una bomba, dal punto di vista alcolemico. Secondo la nostra guida – che è anche nel suo piccolo un produttore di vini – può arrivare addirittura al 18%. Preferiamo ciò nonostante mantenerci al limite del normale, ne scegliamo una bottiglia che è un blend fra uve primitivo e vitigni come Merlot e Cabernet Souvignon. Il ‘Moro‘ 14% è il nome del principale vino misto che la zona di Matera offre nella sua Doc agli intenditori. Buona anche la Malvasia lucana, quanto al vitigno a bacca bianca, ma più diffuso sulla costa jonica fra Metaponto e Policoro.

Ne abbiamo trovato tracce, di vino primitivo, anche nei vecchi insediamenti dei Sassi. All’interno di antiche botti, barili o cantine sotterranee incavate nella pietra bianca che dà il colore a tutto, inclusa la cattedrale del XIII secolo in stile romanico. Il vino veniva custodito dai contadini residenti nei sassi così come gli antichi timbri per il pane di Matera, oggi venduto nei forni ma fedele tuttora all’antica ricetta con farina di grano duro. Il nostro autobus al ritorno è tutto un odore di pane. Nessuno ha saputo resistervi, come del resto per il classico selfie con lo sfondo del set della crocifissione di Gesù vissuta in tutta la sua crudezza sul grande schermo.

In bocca al lupo a Matera per questo fantastico traguardo #Matera2019 #UNESCO !!!

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