Non capita tutti i giorni di assaggiare un vino così lontano dalla Campania, per chi ci vive. Ma anche per chi ci lavora e conosce da mestiere le sue particolarità gastronomiche. In Alto Adige si pratica una viticoltura coraggiosa, similmente alla nostra vicina Costa d’Amalfi. Terrazzamenti, rupi scoscese e pendii adornati dalla splendida cornice alpina, questo in sintesi il contesto in cui l’azienda St.Pauls Kellerei di Appiano (Bolzano) produce i suoi migliori vini. Ne abbiamo assaggiati alcuni dal vasto catalogo proposto dalla cantina altoatesina nel corso di una cena a base di cucina gourmet con dentro sia carne che pesce.
La firma, autorevole come nome ma giovane quale esperienza di ristorazione, è quella di Michele Mazzola , chef esperto che ha da qualche mese avviato una bella ed originale iniziativa culinaria – nel mezzo dei Colli di Fontanelle (penisola sorrentina) – dal nome Locanda Rei. Il cuore della gastronomia locale abbinato a dei vini difficilmente accostabili alla cucina campana.
Insieme a chef Mazzola (diretta social dal suo locale con i protagonisti della serata Campania vs Alto Adige) abbiamo catturato a caldo le emozioni della clientela davanti al primo vino, servito davanti al pittoresco furgoncino-aperitivo di Sorrento Street Events e su consiglio di Manuela Biasini, organizzatrice della serata quale rappresentante dell’azienda St.Pauls. Lo spumante d’avvio, un brut di gradazione 12,5% abbinato ad aperitivo e montanarine fritte a base di vezzena e pepe verde, si chiama ‘Praeclarus‘. Bollicine per aprire in maniera ideale lo stomaco in vista della cena che ha , dopo qualche ora , rivelato le varie “correnti di pensiero”. Fondamentale l’apporto tecnico di Antonello Tramontano, sommelier esperto ed attento nel captare di tavolo in tavolo le opinioni del pubblico.
Sensazioni differenti tra i commensali, dal meno competente in fatto di vino a chi ne ha fatto il suo lavoro. Malgrado le iniziali tendenze al fruttato, è il Pinot della linea Passion ad impressionare maggiormente la gente seduta a tavola. Sia nella sua versione bianco che nel noir, da vitigno diffusissimo nella regione alpina compresa tra Italia ed Austria e lavorato con lieviti selezionati ed autoctoni. La cucina di chef Mazzola spazia dal carpaccio di ricciola alle tartare di manzo e lo stracotto di cinghiale, piatti che in pochi riuscirebbero ad accostare alla finezza ed eleganza dei vini di quest’azienda dei primi del Novecento – quindi antica ma al tempo stesso al passo con le moderne tendenze dell’enoteca. Una linea di vini apprezzata molto dalle cucine milanesi, dove viene consumato e richiesto in quantità davvero alte. La cena del 19 ottobre dal nostro amico Michele Mazzola apre allora la strada ad una lunga serie d’appuntamenti autunnali, all’insegna dei vini italiani e dell’incrocio-scontro di culture diverse. Dopo il bianco Plotzner Weissburgunder ed il Pinot bianco Passion 2017, dopo due rossi (Pinot noir Luzia e Riserva Passion 2015 – ndr) così vicini come vigna ma così lontani quanto a sapori e sensazioni organolettiche di sottobosco, tabacco o frutta secca, arriviamo al dessert.
Il Petit Manseng chiude a mo’ di vino passito l’incontro della cucina gourmet campana con l’enologia d’Alto Adige. Esperienza singolare, insolita, dove la sapienza e la maestria dello chef e del suo staff ha saputo coniugare sapori e ricette moderne all’estrema eleganza del vino altoatesino. Nomi dal suono germanofono, da zona bilingue quale è appunto il Sud Tirolo italiano; ma effetti tipici della platea meridionale, calda e allegra, soprattutto davanti ad un menù d’eccezione. Insomma, che dire…a rivederci alla prossima serata e… prosit !!!