“Quest’anno abbiamo rivoluzionato tutto, perchè bisogna cambiare e dare nuove visioni ai nostri eno appassionati – così in prima battuta Stefano Fontanella, organizzatore del Meeting del Vino campano. Abbiamo trovato una nuova location (l’hotel Miramare sul lungomare di Castellammare di Stabia – ndr) ed abbiamo qui stasera con noi venti aziende campane, di cui molte giovani ed emergenti. Possiamo dire di essere soddisfatti di come sta andando l’ottava edizione, noi attuiamo sempre il metodo in dolcezza, come domatori di leoni, secondo una filosofia del no stress. E per fortuna stiamo dando a Castellammare una vocazione turistica come finestra appunto sull’enoturismo”.
Dalle parole del promotore dell’evento che quest’anno è alla sua ottava edizione, appunto, traspare la gran voglia di cambiamento e di novità che si respira tra i banchi d’assaggio e le degustazioni. Nella splendida sala allestita presso l’hotel Miramare del lungomare stabiese sono almeno venti le maestranze campane del vino e della gastronomia in generale. Oltre al nettare degli Dei, i profumi in sala sono quelli derivanti dalla pasta di Gragnano, dal provolone del Monaco Dop, dai limoni di costiera, dal fior di latte di Agerola e dai tanti prodotti dolciari abbinati agli assaggi di vino. L’eccellenza e la straordinaria biodiversità della regione fra vini e vitigni storici, ma al contempo prodotti e lavorati da aziende giovani (alcune addirittura alla loro terza o quarta vendemmia appena). Aglianico, Piedirosso, Coda di Volpe, Fiano, Falanghina, Greco di Tufo, Tintore della Costa d’Amalfi, ma anche spumanti da Pinot nero e da Bonarda pavese, per l’unicum rappresentato dal banco dedicato all’Oltrepo (PV).
Davvero ampia e variegata la scelta, dal più elementare assaggiatore fino al tecnico e sofisticato palato del sommelier o di chi almeno tratti il vino per lavoro. Dare una ventata di freschezza all’evento, come diceva appunto Stefano Fontanella in avvio, ma in una versione più concentrata (non solo come spazi e tempi) e tale da catturare in pochi metri il meglio dell’enologia e della produzione vinicola regionale. Con il supporto del sommelier AIS Luigi Di Fiore (delegazione Penisola Sorrentina), i più selettivi visitatori hanno poi avuto l’opportunità di degustare in una sorta di lezione ben 4 vini esposti durante la serata.
Dalla Lacryma Christi del Vesuvio, in versione sia bianco che rosso, all’Aglianico del Taburno Docg, dal Sannio , per poi trovare aziende totalmente dedite al biologico, dell’uva e poi anche del vino. Grande poi la rappresentanza dell’area salernitana, dalla Costa d’Amalfi con Maiori e Tramonti (zona del Tintore come detto) fino al Cilento, dove accanto alla dicitura Paestum Igp campeggia sia per il bianco Fiano sia per l’Aglianico (rosso) la più ampia etichettatura di Cilento Dop. Nomenclatura europea a parte, è pur sempre la maestria dei viticoltori e delle aziende a prevalere. Imprenditori del vino anche giovani, in attività dal 2015, ma con ottimi risultati vista anche la partecipazione del pubblico di ieri 18 novembre a Castellammare. Una zona costiera che si riscopre ormai con l’appuntamento annuale del Meeting quale finestra sull’enoturismo campano. Settore destinato a crescere, come dimostrato dalla testimonianza dei giovani produttori intervistati nel corso degli assaggi.
Ad un mese dal Natale, non mancano dunque le idee regalo, dal vino ai distillati. Notevole infatti anche la presenza fra i banchi d’assaggio di grappa, limoncello, finocchietto selvatico ed altri elisir che di certo fanno da abbinamento ideale per una chiusura con panettone e dolci tipici della tradizione. Il Meeting del Vino campano chiude con soddisfazione la sua unica serata dell’edizione 2018, dando appuntamento agli amici eno appassionati all’anno prossimo.