Pizza, borghi, 50° Earth Day… tutto in 24h. Riflessioni in tempo di Fase 2

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Fase 2… sì, ma con prudenza! Tre notizie hanno catturato la mia attenzione nelle ultime ore, ovviamente legate all’emergenza Coronavirus. Passiamole in rassegna nel medesimo ordine in cui le ho appena citate, per pura questione di vicinanza geografica al sottoscritto.

PIZZA. E’ di queste ore la notizia dell’ultima ordinanza del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, con cui si dà il via libera alla vendita con asporto di generi alimentari fin’ora “proibiti” dalla pandemia covid-19 fra i quali la tanto amata pizza. In determinati giorni, fasce orarie, con cura per igiene e sicurezza della consegna a domicilio dell’ordine ricevuto, sarà così a discrezione dei singoli pizzaioli la decisione di riaprire – dopo due mesi tondi di stop – o di attendere il pieno ritorno alla normalità, evitando dunque di lavorare solo con la clientela dell’asporto. Piccoli e grandi marchi, semplici forni di provincia e maestri della pizza fra Napoli e l’intera Campania, avranno la loro buona ragione di ripartire ora o più avanti. Ma è certo che il risultato ottenuto per il 27 aprile è già qualcosa, viste le pressioni sul governo regionale da parte dell’intera filiera della ristorazione, ferma ai box per l’emergenza sanitaria in atto. Insomma la pizza in Campania torna a respirare, come pasticcerie ed altre attività indicate nell’ordinanza a firma di De Luca. E questa è la prima ottima notizia del giorno.

BORGHI. Ha generato stupore, dopo le dichiarazioni rese al quotidiano La Repubblica nel corso di un’intervista, quanto affermato dall’architetto Stefano Boeri in merito alla necessità di cercare un futuro fuori dalla città al termine dell’emergenza coronavirus. Quasi un ossimoro, una stridente contraddizione, dal momento che un tale parere viene dall’ideatore del futuristico Bosco Verticale in piena area urbana a Milano. I borghi, una bellissima realtà italiana e vettore di turismo pulito, slow, attento alle esigenze del corpo e dell’anima. Nel 2017 è stato celebrato l’anno nazionale dei borghi autentici, con manifestazioni in tutta Italia. Circola in rete una risposta carica d’ottimismo da parte dell’Unione comuni italiani UNCEM all’arch. Boeri, in cui i piccoli borghi associati tendono la mano al professionista per mettere sul tavolo un progetto di futuro sviluppo – e magari di ripopolamento dei borghi antichi. Ecco dunque che cede il modello forte della grande metropoli attrattore di vite, di cervelli, di risorse e forza lavoro dalle “province” – spesso dalle aree rurali o dai piccoli centri. Mentre ritorna prepotentemente alla ribalta il ruolo dei borghi quale unica ancora di salvezza per l’umanità. Il futuro sta nel ritorno al borgo, nella riscoperta delle radici, nell’abbandono dell’aria malsana e contaminata delle città. Il tutto con la necessita di ripensare le varie strategie di promozione e di rilancio dei borghi stessi (a tal proposito, consiglio la lettura del saggio L’Italia dei borghi. Strategie di promozione e comunicazione, edizioni Historica 2017). Dietrofront, dalla grande verso la piccola dimensione, resettando tutto e provando a vivere in maniera forse più distesa, serena, meno stress e meno inquinamento… e con questo mi allaccio alla terza grande tematica di oggi, la salute del Pianeta Terra.

EARTH DAY. L’obiettivo strategico di Europa 20 20 è forse ancora lontano. Ma questo 50° Giorno della Terra, iniziativa mondiale, cade proprio in un periodo in cui pare quasi ironicamente destinata la Terra stessa e la Natura a riappropriarsi di ciò che era suo, dalla mano dell’uomo che ne ha causato nei decenni tanta sofferenza. Non è un caso se, con lo stop a tutte le attività di mobilità e inquinanti imposto dalla pandemia (pan- e non più epi- già perchè ormai si ragione in termini globali, non più regionali come al primo punto per la pizza) non è un caso se mari, fiumi, parchi, vie pubbliche, spiagge, fauna e flora, insomma l’ecosistema intero abbia ripreso a respirare regalando colori e valori mai visti prima. Pare addirittura che si sia annullato il famoso buco nell’ozono, dopo anni di inquinamento atmosferico e di emissioni, causa del cambiamento climatico in atto. Ma bastava davvero un fermo di due mesi per riappropriarsi della natura? Per far respirare il sistema mondo era necessaria davvero una pandemia? Oggi, la 50^ edizione del World Earth Day casca a fagiolo, perchè fa capire in maniera quasi inquietante in che direzione si stava andando e… anche se con le cattive… la salute della Terra sta lì a dirci che era il momento di fermarsi. Profetico? Forse, ma tutto ciò sembra veramente un susseguirsi di dati che assieme fanno la notizia. Il messaggio è chiaro: ripartire slow, ma ripartire, questo è certo!!!

Testo cit. fonte: https://www.linkedin.com/pulse/pizza-borghi-50-earth-day-tutto-24h-riflessioni-tempo-pascuzzo/?published=t&trackingId=BUbvpKkGT8qIhWTIfKzg3g%3D%3D

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