Dagli abiti da sposa alle mascherine, la resilienza di Claudia Attianese: «voglio tornare presto a sognare e far sognare»

La pandemia di Covid19 ha stoppato il comparto delle cerimonie, e Claudia Attianese nel suo atelier inaugurato a fine febbraio, poco prima del lockdown si "riconverte" per produrre mascherine ad uso comune: «Nell'attesa di tornare a realizzare abiti meravigliosi per occasioni speciali, ho pensato di dedicarmi anche a qualcosa di più adatto al momento che stiamo vivendo». Ma il day-after sarà difficile: «spero di poter tornare a far sognare le giovani spose»

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Aveva brindato con amici e parenti lo scorso 23 febbraio. Sorrisi, gioia, festa: «Aspettavo questo momento da anni: l’inizio di una nuova avventura dopo tanta esperienza, sacrifici, studio e intense ore di lavoro, durante le quali ho cercato di dare sempre più un’impronta speciale alle confezioni realizzate».

Claudia Attianese, 27 anni di Sant’Agnello, nella splendida Penisola Sorrentina, festeggiava l’apertura di un Atelier tutto suo. Dopo la laurea in design della moda conseguita presso lo IUAD di Napoli, la collaborazione con vari stilisti del territorio e la partecipazione alla trasmissione televisiva “Detto Fatto” di RAI Due, era il coronamento di un sogno.

Quella fredda sera di fine febbraio sembra ora lontana un secolo. Siamo nel piccolo borgo di Maiano, a pochi passi dal centro di Sant’Agnello. È qui che Claudia è nata e cresciuta, tra i vicoli e le botteghe di artigiani che Lucio Dalla tanto amava. Creatori di mattoni di argilla e forni a legna, apprezzati per le loro caratteristiche in tutto il mondo. Mani che impastano la terra, come le mani di Claudia che disegnano e cuciono abiti da sposa e da cerimonia.

E poi, che succede? «Dopo due settimane arriva il lockdown. Sono costretta a chiudere, ma soprattutto a dover annullare in un niente i numerosi ordini ricevuti».

Eh sì, saltano i matrimoni, vengono cancellate feste pubbliche e private. Distanziamento sociale, obbligo di restare a casa. Il virus ferma l’Italia. E Claudia “perde” in pochi giorni alcuni diciottesimi, mentre l’agenda deve riformulare gli appuntamenti con le spose di questo inizio 2020 da incubo.

«Le prime settimane sono state le più difficili da sopportare. Entravo in atelier, ma dentro di me soffrivo nel non poter lavorare».

Ora che le maglie del lockdown si sono allentate, che il paese prova a ripartire, Claudia mi accoglie nel suo atelier. A fine aprile lancia sui suoi canali social una iniziativa che mi ha colpito: #miproteggoconstile.

Di cosa si tratta? «Nell’attesa di tornare a realizzare abiti meravigliosi per occasioni speciali, ho pensato di dedicarmi anche a qualcosa di più adatto al momento che stiamo vivendo.
Dato che saremo costretti a coprire parte del nostro volto ancora per un po’, ho pensato di rendere le mascherine più belle, chic, colorate e ovviamente non ho resistito dal farle anche brillantinate».

Ed ecco dinanzi a me alcune delle mascherine lavabili cucite e rivestite in tessuti di qualità (seta stampata, tulle glitterato, maglina laminata), interno in cotone e tasca per filtro in tnt incluso (non sono un presidio medico chirurgico n.d.r.). Messi da parte pizzi e merletti e tessuti d’alta qualità, ora Claudia si concentra sulle mascherine.

«È  partita un po’  per gioco e invece stanno piacendo tanto, ne sono veramente felice. Mi manca realizzare gli abiti… questa situazione mi aveva demoralizzata veramente tanto, con le mascherine almeno sento che il mio lavoro può essere utile, e a me lavorare e sentirmi impegnata mi fa stare finalmente meglio!».

Del resto il vero lusso di queste settimane successive alla emergenza sanitaria è quella di  avere le protezioni obbligatorie quando si esce di casa.

«Le richieste aumentano giorno dopo giorno – ci confida Claudia –  i social hanno poi fatto il resto. Ieri ho concluso all’una di notte. Ma del resto è il mio lavoro, la mia passione». Gestire le richieste non è però un procedimento scontato. A mancare infatti è la materia prima. «Non è stato facile trovare i tessuti – spiega Claudia -. Quello che avevo in atelier dalle rimanenze degli abiti, non è bastato per le numerose richieste. E’ stato difficile nei giorni scorsi trovare nuove disponibilità perché molti fornitori sono stati chiusi. Da lunedì però sarà decisamente diverso».

Ma i grandi occhi scuri di Claudia si illuminano davvero quando si parla di ben altre creazioni. In fondo alla sala campeggia addosso ad un manichino un abito da sposa, poco più in là a terra ci sono dei ritagli di stoffa: «questo abito l’ho disegnato durante la quarantena, gli ultimi dettagli li definirò dopo averlo fatto provare alla modella la prossima settimana». Insomma si respira davvero aria di “normalità”.

«Ogni mio abito nasce da un progetto. Un disegno frutto di ricerche, di prove e di fogli strappati. Dietro ogni abito ci sono tentativi, aspettative, nulla è immediato, è un percorso che pian piano ti permette di valutare, aggiungere o togliere qualcosa e alla fine si concretizza in quello che gli altri potrebbero “banalmente” definire abito. Spero di poter al più presto tornare far sognare le spose, le neo diciottenni e chiunque abbia nella vita occasione e voglia di fare festa».

Auguriamo a Claudia di tornare a farci sognare con i suoi abiti. Vorrà dire che il peggio è alle spalle, che l’incubo del coronavirus sarà solo un brutto ricordo. Vorrà dire che in un luogo così affascinante come il borgo di Maiano a Sant’Agnello, l’artigianato d’eccellenza ha trovato una nuova musa.

per info e prenotazioni delle mascherine è possibile contattare Claudia Attianese sulla pagina fb e profilo ig del suo atelier

ph. dalla pagina fb dell’atelier.

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