Il lockdown non ha fermato la trasmissione di alcune novità televisive. Alla naturale sospensione di alcuni programmi, ha fatto seguito il coraggio di osare che in casa Rai non è mancato con la scommessa vincente prima di Doc-nelle tue mani e poi di Vivi e lascia vivere che hanno rappresentato entrambi i prodotti più felici della stagione televisiva RAI in corso, confermati dal gradimento del pubblico che ha premiato le due serie con ottimi ascolti.
In particolare Vivi e lascia vivere si è dimostrato un ottimo e vincente esperimento: era la prima volta di Pappi Corsicato alla regia televisiva, prova superata magistralmente nonostante le difficoltà di trasporre un linguaggio cinematografico nel mondo della fiction di Rai Uno. Ci è riuscito in maniera delicatissima e originale, mescolando gli ingredienti canonici e di successo delle serialità televisiva: un cast di bravissimi attori, una trama che ruota attorno a tematiche essenziali, una ambientazione rassicurante né mielosa, né drammatica.
Una fiction nel perfetto “formato famiglia” che trasmette esempi positivi ed attuali, sullo sfondo di una Napoli non stereotipata. Una Napoli coloratissima, che si conferma location di successo per le serie tv (I Bastardi di Pizzofalcone, l’Amica Geniale gli ultimi due “casi”).
Il tocco di Corsicato è vincente nel “dipingere” poi le donne come già nel suo cinema, così nella fiction. Donne affascinanti e sfuggenti, donne drammatiche e coraggiose. Elena Sofia Ricci, Iaia Forte, Bianca Nappi, ma anche le giovanissime Silvia Mazzieri e Carlotta Antonelli.
Ma Vivi e lascia vivere ci lascia anche un messaggio che nel “tempo senza tempo” che stiamo affrontando, vittime tutti noi degli effetti della pandemia, è di stringente attualità: il coraggio di rimboccarsi le maniche a qualsiasi età, difendendo con forza le proprie idee e i propri affetti.
Ed è per questo che, al di là dell’affetto dei fan che a gran voce chiedono una seconda stagione, pronta chissà a scandagliare ancora meglio il futuro dei vari personaggi, la fiction vince ancor di più la sua sfida. Quando cioè essa riesce – oltre a far innamorare dei singoli protagonisti – a far riflettere e pensare. E ancor di più a dare forza ai sogni e alle ambizioni di ciascuno di noi spettatori.