Vince la Napoli anni ’30 del Commissario Ricciardi. Trionfo d’ascolti in tv per i romanzi di Maurizio de Giovanni

Lino Guanciale conquista il pubblico con la serie diretta da Alessandro D'Alatri tratta dai libri di Maurizio de Giovanni. Un successo quello dello scrittore che sembra non spegnersi, da 'I Bastardi di Pizzofalcone' a 'Mina Settembre'.

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5 milioni 900mila spettatori (24,1% di share). Grande successo ieri sera su Rai 1 per la nuova serie Il commissario Ricciardi tratta dai romanzi di Maurizio de Giovanni per la Regia di Alessandro D’Alatri, dopo “I Bastardi di Pizzofalcone” e il recentissimo e ancora in programmazione “Mina Settembre”.

La fiction Rai continua dunque ad attingere alla fortunata produzione letteraria di Maurizio de Giovanni.  “Il commissario Ricciardi”, vede protagonista in queste sei puntate il bravissimo Lino Guanciale. Ambientata nella Napoli dei primi anni Trenta, la storia racconta, tra poliziesco, mystery e melò, le vicende umane e professionali di Luigi Alfredo Ricciardi, trentenne commissario della Mobile, che ha ereditato dalla madre la facoltà di vedere il fantasma delle persone morte in modo violento e di ascoltarne gli ultimi pensieri.

Un personaggio che ha un costrutto tutto particolare, che ha da subito affascinato lo spettatore: da un lato l’ossessione di catturare gli assassini e, dall’altro, la rinuncia ad avere una vita sentimentale: “E’ una caratteristica che gli è utile nelle indagini ma lo tormenta come uomo” spiega Guanciale, che definisce un “privilegio” avere potuto interpretare un personaggio come il commissario inventato dallo scrittore napoletano.

È un uomo pieno di chiaroscuri, con un grande senso del dovere e una sensibilità fuori dal comune“, afferma Guanciale.

Ciò nonostante, le donne bussano ugualmente alla sua esistenza: con il volto di Enrica Colombo (Maria Vera Ratti), giovane e timida maestra della porta accanto; con quello di Livia Lucani (Serena Iansiti), che attrae Ricciardi con la sua sensualità; e, anche, con quello di Rosa Vaglio (Nunzia Schiano), l’anziana tata con cui il commissario condivide la sua solitudine.

Per il regista D’Alatri si tratta del progetto più complesso della sua carriera “Quando iniziai l’avventura Ricciardi dissi che sarebbe stato il progetto più complesso della mia carriera. Avevo ragione. Devo, però, ringraziare il commissario Luigi Alfredo per avermi mostrato quanto sia importante non arrendersi mai e che sarebbe stato sufficiente fidarsi di lui e restare fedeli a se stessi davanti alle avversità“.

Scrivi Maurizio De Giovanni ma leggi soprattutto Napoli. Ma stavolta il viaggio è a ritroso nel tempo, fino agli anni ’30: anche questo è “Il Commissario Ricciardi”. Dal caffè Gambrinus all’elegante Villa Pignatelli, la città tra le due guerre, con le oscure atmosfere dell’epoca fascista e i primi segni di modernità, è stata ricreata in più di un anno di riprese.

Si entrerà così con Luigi Alfredo Ricciardi nel Massimo napoletano, il San Carlo, al teatro Sannazaro e nella settecentesca Reggia di Portici. Si potrà ammirare il medioevale Complesso monumentale dell’Annunziata, a ridosso di Forcella, con la Basilica, il Succorpo vanvitelliano e il cortile. Molte scene sono state girate tra la seicentesca Chiesa di San Ferdinando in Piazza Trieste e Trento, Palazzo Reale, il Gambrinus (attualmente chiuso, come accaduto solo durante la II Guerra mondiale, in attesa della ripresa turistica) dove si trova il celebre “tavolino” di Ricciardi; e Piazza del Plebiscito con il palazzo della Prefettura. Al Museo e Real Bosco di Capodimonte riprese anche nel cortile della scuola di ceramica, Istituto ad indirizzo raro “Caselli-De Sanctis”.

Dalla neoclassica Villa Pignatelli alla Riviera di Chiaia, si arriverà fino al mare del Molo San Vincenzo. All’ex base Nato di Bagnoli sono stati ricostruiti la scenografia di Via Toledo e parte degli interni del San Carlo. Molte anche le location fuori città: Monte di Procida con la spiaggia di Acquamorta, Nocera Inferiore (Sa) con l’ex Caserma Bruno Tofano, nel rione medievale “Borgo”, costruita per volere di Carlo III di Borbone nel 1751. Ambientazioni sono state realizzate anche nel Casertano, a Capua e a Castel Volturno.

“Il commissario Ricciardi” – prodotto da Rai Fiction e Clemart – vince anche per la bravura di un cast di grandi attori: Antonio Milo (il brigadiere Raffaele Maione), Enrico Ianniello (il dottor Bruno Modo), Adriano Falivene (Bambinella), Peppe Servillo (don Pierino), Marco Palvetti (Falco), Fabrizia Sacchi (Lucia Maione) e Mario Pirrello (il vicequestore Angelo Garzo).

La fiction è stata girata in 28 settimane, in particolare tra Napoli e Taranto. De Giovanni ha curato la sceneggiatura insieme a Salvatore Basile, Viola Rispoli e Doriana Leondeff. La serie dei dodici romanzi Sono dodici i romanzi con Ricciardi protagonista: “Il senso del dolore”, “La condanna del sangue”, “Il posto di ognuno”, “Il giorno dei morti”, “Per mano mia”, “Vipera”, “In fondo al tuo cuore”, “Anime di vetro”, “Serenata senza nome”, “Rondini d’inverno”, “Il purgatorio dell’Angelo” e “Il pianto dell’alba”, tutti da Einaudi.

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