È in libreria il romanzo di esordio di Luca Fiscariello, “I sogni dei bambini sono gratis” (amicolibro).
Un quaderno ritrovato per caso durante un trasloco: comincia così il romanzo, autobiografico, che consente all’autore napoletano di ripercorrere alcuni tra i momenti più significativi della sua infanzia.
Una storia che emoziona, commuove e diverte, consentendo a ciascuno di noi di ritrovare e riprovare sentimenti lontani e dimenticati, e che invece restano in un angolo del nostro cuore e vengono fuori in maniera inaspettata.
Un libro che racconta, anche, il cambiamento dei tempi: la scuola, i giochi dei bambini, la famiglia.
Quei temi sono ricoperti, come afferma lo stesso Fiscariello, da un “telo d’ingenuità”, ma sono pieni di vita, di riflessioni, sogni e quotidianità, che vanno recuperati e difesi.
Luca è nato a Napoli, ma ha girato l’Italia per lavoro. Oggi vive in Sardegna, dove ha anche conosciuto la moglie Sabina.
Quando hai cominciato a pensare di scrivere?
C’è stato un momento in cui si è manifestata con vigore l’urgenza di alzare la mano e affermare la mia esistenza. Forse per il timore di non riuscire a lasciare in altro modo un segno tangibile del mio passaggio.
Il tuo esordio è autobiografico: cos’ha motivato questa scelta?
Si tende a guardare con diffidenza l’opera autobiografica perché la si identifica con la prima esperienza comunicativa espressa da ragazzi. Nel mio caso è stato l’esigenza di rievocare un periodo storico di grandi mutamenti, un ponte ideale tra le fatiche del dopoguerra e l’opulenza degli anni Novanta.
Perché credi che bisognerebbe leggere il tuo libro?
Perché assomiglia alla giornata di ognuno di noi. Una di quelle giornate di severe attese dove si assaporano le lacrime. Dove si fa fatica ad andare avanti, ma si procede comunque. Perché dietro l’angolo c’è un sorriso che attende impaziente.
Cos’hanno perso e cos’hanno guadagnato rispetto agli anni Ottanta i bambini del terzo millennio?
Le nuove generazioni son venute su cavalcando le debolezze di genitori spesso assenti e spesso mancano le figure di riferimento. In compenso sono più schietti, non abbassano la testa di fronte a un adulto e acquisiscono precocemente nozioni che i genitori non riescono a fornire con la stessa velocità.
Hai mai smesso di sognare?
Nessuno smette mai davvero di sognare. Semmai è il coraggio a cedere il passo allo sconforto. Viviamo tempi severi, fortemente competitivi. Senza coraggio i sogni restano voli pindarici pronti a sgretolarsi alle prime luci dell’alba. A una certa età i sogni pesano e sostenerli può costare davvero tanto. Ecco perché solo quelli dei bambini sono gratis.