Salvatore Tortora uno dei giovani talenti (appena 12 anni!) dell’Agenzia PM5 Talent di Peppe Mastrocinque, nei prossimi episodi della terza stagione de “L’Amica geniale – Storia di chi fugge e di chi resta” interpreterà il ruolo di Gennarino Carracci, figlio di Lila (Gaia Girace). La serie televisiva di Daniele Luchetti, tratta dal Best Seller Storia di chi fugge e di chi resta (terzo libro della quadrilogia di Elena Ferrante edito da Edizioni E/O) va in onda ogni domenica in prima serata su Rai1. Una produzione Fandango, The Apartment, Fremantle e Wildside, in collaborazione con Rai Fiction e con HBO Entertainment. Lo abbiamo incontrato a 48h dal “debutto” televisivo.
Salvatore Tortora, sarai protagonista a partire dalla terza puntata della terza stagione de L’amica Geniale, in onda domenica su RaiUno. Quali le emozioni in attesa di rivederti in TV?
L’emozione di rivedermi in TV è tanta, non vedo l’ora. Sono in particolare curioso di vedere come recito…diciamo che è una sfida tra me e me.
Com’è andata sul set? Con chi hai particolarmente legato?
Sul set è andata alla grande. È stata una bellissima esperienza che porterò per sempre nel mio bagaglio di ricordi. Ho legato di più con Matteo Cecchi (nella serie interpreta Pietro Airota n.d.r.) mi faceva tanti complimenti. Lui è una persona semplice e umile. Ricordo ancora quando disse a mia madre che se un giorno fosse diventato padre, avrebbe voluto un figlio come me. Indescrivibile la gioia e l’emozione anche di mia madre.
La serie sta riscuotendo successo di pubblico e di critica affrontando tematiche complesse e particolari. Tu, da giovanissimo hai avuto modo di seguire le prime due stagioni? Ti sono piaciute?
A dire la verità io non avevo mai visto la serie, ma quando sono stato scelto ho visto tutte le puntate che ho trovato davvero coinvolgenti ed emozionanti. Devo dire la verità è proprio una bella serie e io sono stato davvero fortunato e fiero di farne parte.
Quanto ti assomiglia, o quanto al contrario è distante il personaggio che interpreti Gennaro Carracci, il figlio di Lila, da te?
Gennarino Carracci è molto differente da Salvatore tortora, siamo due ragazzi completamenti diversi. Gennarino è un ragazzo molto sfacciato, mentre Salvatore è più riservato sulle sue cose, ma comunque è stata una bella sfida tra noi due.
Parliamo un po’ del tuo percorso: a che età di hai cominciato ad appassionarti a questo mestiere?
All’età di 8 anni dissi a mia madre che volevo fare recitazione e mi sono iscritto alla scuola di recitazione del Teatro Totò, dove ho imparato tante e devo tanto alla mia maestra Tiziana che subito ha creduto in me.
Una carriera che è appena agli inizi eppure giá importanti presenze sui set de “L’Immortale” di e con Marco D’Amore e della serie tv “Project Icon” del regista inglese Roland Joffé. Che esperienze sono state?
L’immortale è stata la mia prima volta su un set cinematografico, ed è stato tutto così magico, indescrivibile. Era un sogno per me stare lì e vedere tutto quello che succede dietro la macchina da presa. La serie TV di Roland Joffé è durata quasi 3 mesi. Abbiamo girato tra Malta e Israele. Anche questa è stata un’esperienza unica che non potrò mai dimenticare. Lavorare con uno di più grandi registi che ha diretto attori come Robert De Niro, per me è stato un sogno, non potevo crederci. Stare al suo fianco è stato meraviglioso. Difficile descrivere nel dettaglio l’emozione che ho vissuto in quei giorni.
Ad un giovanissimo attore come te non posso non chiedere quanto ha contato e conta la tua famiglia nel percorso che stai intraprendendo e soprattutto Salvatore Tortora dove sogna domani di arrivare?
La mia famiglia è tutto per me, è al primo posto e sarà sempre così. Senza il loro supporto non ce l’avrei mai fatta. Con mia mamma in particolare ho condiviso tutto. Lei è stata con me fin dalla prima esperienza, perché mio padre lavora sodo, lui fa il carrozziere e fa tanti sacrifici per coronare i miei sogni, quindi proprio per loro mi impegnerò con tutte le mie forze. Loro mi danno la forza di credere in me, mi dicono che la strada sarà lunga, tanto dura, ma se sarò sempre me stesso andrò lontano e sarò in grado di realizzare il mio grande sogno di arrivare a Hollywood e di dire ce l’ho fatta.