Libri – Vignaioli e storytelling, la Francia del vino raccontata nell’ultima pubblicazione targata Ampelos

Laure Gasparotto - Alain Graillot “Intrecci di vite. Elogio della caparbietà dei vignaioli” - Edizioni Ampelos 2022 (pp.176, euro 21,90)

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Paragonato spesso ad una pianta durevole ma vulnerabile, dipendente dalle condizioni atmosferiche, il vignaiolo si differenzia da tutti i suoi contemporanei. Il suo mondo, diametralmente opposto a quello delle start-up, si costruisce giorno dopo giorno, lentamente e pazientemente. La caparbietà è l’unico motore che gli permette di procedere nel suo percorso: è grazie a questa caratteristica che egli, talvolta, diventa un supereroe.

Alain Graillot, famoso vignaiolo della valle del Rodano, ci offre l’opportunità di entrare nell’intimità di una ventina di “grandi” del mondo del vino.
Raymond Trollat, Jean-Louis Grippat, Auguste Clape nel Rodano, ma anche Michel Lafarge e Aubert de Villaine in Borgogna, Anselme Selosse nello Champagne, Jean-Michel Cazes nel Pauillac, Angelo Gaja in Italia, Alvaro Palacios in Spagna, Marie-Thérèse Chappaz nel cantone Vallese… si confidano ad uno di loro, Alain Graillot.

Ascoltando queste personalità umili, dal carattere e dalla determinazione eccezionali, si percepisce l’evoluzione di un mestiere che, in una società in cui regna la fretta, può sembrare anacronistico. Ma questa “tribù” di caparbi continua a combattere per la sua libertà e per il rispetto del tempo.

«Realizzare un progetto di vita intorno alla vigna è una follia o una sorta di resilienza. È un progetto che nasce dalla necessità assoluta di produrre un piccolo capolavoro incerto, che ha come materia prima delle viti e della terra – una terra completamente dipendente dal clima e influenzata dalla sua composizione. È avere la pazienza e l’ostinazione per aspettare che il vino sia pronto, che sia degno del sogno, frutto della propria immaginazione e delle proprie competenze. Questo mestiere, che non è un mestiere, è quasi stregoneria». «Queste storie narrano le vicende di persone determinate, un po’ solitarie e psicologicamente molto forti. Come succede per noi chef, il vino è il riflesso della personalità̀ del vignaiolo, ovviamente, ma deve anche essere il riflesso della geografia e dell’anima della sua terra».
Dalla prefazione di Pierre Gagnaire 

«Si diventa vignaiolo nello stesso modo in cui si sceglie una nazionalità. Si è attirati dai valori, dai codici prima di tutto. E poi si decide di aderire totalmente, senza riserve. Quando toccò ad Alain, interiorizzò velocemente tutti i codici della sua nuova condizione. Con l’entusiasmo dei neofiti, non si lasciò mai scappare un’occasione per fare nuovi incontri con delle persone di questo mondo, con cui condivideva ormai (e forse finalmente) lo stile di vita, dall’interno. È un mondo nel quale bisogna prima di tutto farsi accettare: una volta all’interno ci si rende conto che non è monolitico come sembrava. Ci sono pochi punti comuni tra colui che fa fatica ad arrivare a fine mese e colui che si preoccupa solamente di scegliere nel migliore dei modi chi avrà la fortuna di poter acquistare il suo vino. La conoscenza della società della vigna e del vino è resa ancora più difficile dal suo carattere evolutivo e dal fatto che è possibile passare da una categoria all’altra in entrambi i versi, come lo dimostra la storia»
Alain Graillot
«Questo libro presenta dunque il percorso di Alain, intrecciato ad altri percorsi, poiché nulla è lineare nella vita di un vignaiolo. È un percorso fatto di scale, scambi di fluidi, d’idee, di osservazioni. Scopriremo quanto la personalità del vignaio- lo sia frutto d’incontri e interazioni. La vita di Alain fungerà da fil rouge per presentare le vite, forgiate dalle rocce e dai venti dei loro terroir, di altri vignaioli, che sono stati per Alain sia dei simboli, delle sorgenti d’ispirazione, sia degli amici. L’importanza di quest’avventura ai miei occhi è stata inoltre enfatizzata dalla mia recente rinuncia alla vita da vignaiola: dopo quattro vinificazioni, mi sono data per vinta. Per realizzare questo progetto, invece, mi è stato proposto d’incontrare dei caparbi, delle persone che sono state in grado di sormontare le difficoltà che ogni giorno si presentavano sul loro cammino. Tutto ciò mi entusiasmava».
Laure Gasparotto
Gli autori

Alain Graillot è stato vignaiolo nella denominazione Crozes-Hermitage dal 1985. 
Lo è diventato dopo aver condotto una carriera completamente diversa fino all’età 
di 40 anni. Rispettato per il suo “senso del vino”, si occupava anche di 
consulenza per vigneti in Francia, Italia, Australia e Marocco. 
Dal 2017 è stato presidente dell’Académie des vins de France. 
Alain Graillot ci ha lasciato il 4 marzo 2022.

Giornalista per Le Monde, Laure Gasparotto lavora nel mondo del vino da 
venticinque anni. Storica di formazione, ha cominciato la sua carriera 
in Borgogna, prima di collaborare con Le Figaro, Le Point, e la radio 
France Inter, insieme a Jean-Pierre Coffe. 
È l’autrice di una quindicina di libri, tra cui “Vigneronne - Quitter Paris, 
changer de vie, créer son vin” (Grasset, aprile 2021), testimonianza della sua 
esperienza di viticoltrice in Terrasses du Lazarac.

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