Al capezzale del cinema italiano che annaspa, viene in soccorso la politica nazionale: è del sottosegretario alla cultura, la leghista Lucia Borgonzoni che arriva finalmente la notizia dello sblocco dal Mef del decreto da 253 milioni per il tax credit sale, distribuzioni e produzioni internazionali.
La senatrice Borgonzoni ha poi sottolineato alcuni degli ambiti su cui intende lavorare insieme all’industria. In primis una campagna di comunicazione che torni a raccontare la magia del cinema per “ricordare a tutti soprattutto ai giovani, che il cinema è figo. Con la pandemia e l’accanimento di misure restrittive a questi luoghi, le sale sono state percepite come spazi non sicuri e il pubblico si è allontanato. Dobbiamo costruire una comunicazione positiva sul cinema. Poi dobbiamo rendere più chiare le regole sugli sfruttamenti, lavorare sui giovani e la scuole. Ma soprattutto dobbiamo difendere le sale, che sono presidi culturali e sociali”.
I dati non sono ancora dei migliori. Dall’1° al 30 novembre 2022 il mercato cinematografico italiano ha registrato incassi complessivi per 31.265.021 euro e 4.604.629 presenze (dati Cinetel). Numeri in crescita sul mese precedente, con un + 13,2% sul box office di ottobre 2022 che era di 27.597.217 euro (per 4.053.222 presenze).
Ma ancora (fortemente) negativo il confronto con l’annata pre-Covid del 2019. Il box office italiano di novembre 2022 chiude infatti a -47% su novembre 2021.
Una apprensione che si respira tra i corridoi dell’Hilton Palace di Sorrento, che ospita questa 45esima edizione delle Giornate di Cinema, che prova a “svoltare” e a farlo “togheter” come recita il sottotitolo. Insieme.
Lontani i tempi di De Laurentis e dei cinepanettoni, dove a Sorrento De Sica e Boldi spadroneggiavano. C’è da anni una aria più mesta. E non è solo per la pandemia. Tra listini che proiettano luci di speranza, si cerca di ragionare su come riportare al cinema il pubblico: il problema è anche la forte concorrenza di piattaforme che da casa regalano a costi contenuti e senza troppi sforzi identiche passioni agli appassionati.
Oggi i nuovi divi del cinema sono quelli che vengono da Netflix e Sky o che strizzano l’occhio alle piattaforme. Francesco Centorame e Fotinì Peluso, Chiavi d’Oro per Il Colibrì della Archibugi, hanno sulle spalle esperienze come Skam o Sotto il Sole di Riccione. Titoli su piattaforma, di gran seguito.
E allora, come riportare il pubblico in sala, come lasciarsi affascinare da un titolo e goderselo comodamente al cinema? Credo che centri di molto l’obiettivo Piera Detassis, Presidente e Direttore Artistico dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, che prende in prestito il titolo del film più visto della stagione per dire che il successo del settore theatrical, è “la stranezza”: «Il film di Andò ha dimostrato che i film devono puntare alla stranezza, a rompere gli schemi, a rischiare. Solo ciò che osa, che è strano, cattura l’attenzione e ti sprona ad andare in sala. Poi sono d’accordo con Lucia Bergonzoni: il cinema deve tornare a essere figo, o sexy come dico io di solito. Il cinema deve tornare a popolare i media di informazione generici, non sono quelli specializzati; deve tornare al centro della comunicazione popolare».
gallery: ph Diego Ambruoso