Le riprese si sono tenute in un luogo iconico come l’Osservatorio Griffith e nel Downtown, centro pulsante di Los Angeles.
Yonathan (Ian Fisher), un ebreo quarantenne, sale in piedi sul parapetto in cemento che domina dall’alto ed in silenzio la città. Prega mentre una lacrima gli riga il volto, cercando di trovare il coraggio per un quel gesto estremo. La disperazione è intervallata da continui flashback della sua storia d’amore con Michela (Brittany Pirozzoli)prima, e dei loro continui litigi poi.
I ricordi arrivano a quando Yonathan stringe Michela alla gola, con forza, più forza, più forza. Yonathan apre gli occhi. Il respiro piano piano inizia a rallentare.
È confuso. Come se non sapesse dove si trovi in quel momento. Tutto intorno a se va all’indietro. Come se il tempo stesse scorrendo al contrario, come se qualcuno gli avesse dato la possibilità di tornare sui suoi passi, di cancellare il suo errore…
Spiega Giuseppe Nuzzo:
“L’emozione che lo spettatore vive nel ripercorrere un terribile atto di violenza domestica si mischia alla meraviglia delle immagini che portano all’indietro il protagonista. Ma è solo un’illusione, il protagonista apre gli occhi e si ritrova nello stesso punto di prima, pronto a riflettere sui suoi errori, a pagare piuttosto che a compiere un gesto estremo”.