Si narra che Lacryma Christi altro non sia che il frutto delle lacrime di Gesù. L’aneddoto ormai consacrato alla leggenda, che avvolge la vite vesuviana e carica di fascino la sua origine mitica, vuole il vino Dop del Vesuvio legato alla cacciata di Lucifero dal Paradiso ed alla sua caduta nel golfo di Napoli. Cadendo, Lucifero avrebbe portato con sè un pezzetto di Paradiso – sempre secondo quanto si narra.
L’angelo che anche Dante colloca nelle profonde viscere della Terra quando nei versi della sua Divina Commedia descrive l’Inferno, avrebbe inoltre dato origine con la sua caduta dal cielo al grande imbuto che è appunto l’inferno dantesco.
Gesù, dispiaciuto per la perdita di un angelo “comunque buono” cacciato dal Paradiso, versò lacrime di dolore le quali, una volta cadute alle pendici del Vesuvio, avrebbero dato origine alle viti dei paesi vesuviani. Viti che ancora oggi offrono nettare – sia bianco che rosso – da cui abili vignaioli tuttora producono la celebre Lacryma Christi del Vesuvio Dop.
Un blend sia di bianco (da uve Caprettone, Catalanesca del Monte Somma e Falanghina) sia di rosso (da uve Piedirosso, Sciascinoso ed Aglianico). E dal rosso, ovviamente, eccellenti vini rosati – come quello oggetto del tasting di ieri a Villa Fondi, Piano di Sorrento.
Durante la degustazione condotta in maniera pregevole dalla sommelier Elvira Coppola (AIS Penisola Sorrentina e Capri), nell’ambito dell’ultima serata di “Incontri di vini e di sapori campani” 2023, è stato possibile conoscere l’affascinante leggenda narrata intorno all’origine del nome di questo vino.
Ne è stata dunque presentata la versione rosè, con la Lacryma Christi Dop Rosato dell’azienda Tenuta Augustea (Somma Vesuviana), rappresentata dall’agente di zona Raffaele Esposito. “Era 79” è l’etichetta nata recentemente come vino rosato, grazie all’abilità e passione del giovane enologo aziendale che ha saputo valorizzare i vitigni a base del blend vesuviano – e di chiara evocazione storica dell’eruzione del 79 d.C.