Cambiare il paradigma e la narrazione che hanno accompagnato Taranto negli ultimi 40 anni e ripartire da quello che invece per tremila anni ha modellato questa città: le filiere del Mediterraneo, i cereali, l’olivo, la vite, la piccola pesca e in particolare la mitilicoltura. È questo il messaggio di Mediterraneo Slow, la manifestazione organizzata dal Comune di Taranto, in collaborazione con Slow Food Italia e Slow Food Puglia e con la partecipazione della Regione Puglia. Inaugurata oggi, fino a domenica 8 ottobre animerà la rotonda del Lungomare Vittorio Emanuele III con conferenze e forum, degustazioni gratuite con i cuochi dell’Alleanza Slow Food e un mercato con oltre 70 espositori dei Presìdi e delle comunità Slow Food di Puglia.
All’inaugurazione, che si è tenuta questa mattina nel Palazzo di Città di Taranto, Marcello Longo, presidente di Slow Food Puglia ha salutato i partecipanti ricordando che l’evento ha preso forma grazie alla «perseveranza di tutti: di Slow Food, della città di Taranto e dei mitilicoltori, eroici e resistenti, che allevano la cozza nera nel Mar Piccolo. A questi mitili e al lavoro di chi li coltiva siamo riusciti a restituire dignità grazie all’istituzione del Presidio. L’edizione 2023 di Mediterraneo Slow è un percorso che ci porterà nei prossimi anni a fare di Taranto il centro delle riflessioni su questo nostro mare, grazie alla partecipazione delle comunità di produttori da tutte le sponde del Mediterraneo».
Il vicesindaco di Taranto Fabrizio Manzulli ha sottolineato che «la nascita del Presidio della cozza nera ha aperto uno scenario più ampio in cui si è inserita la strategia futura della città. Ci siamo trovati fin da subito in sinergia con i principi di rigenerazione promossi da Slow Food, e la presenza della Commissaria europea Ferreira, che oggi è qui per discutere i progetti sulla riqualificazione della città, conferma che la strada intrapresa è quella giusta. Riteniamo che Taranto possa diventare punto di riferimento per altre città europee grazie alla capacità di sviluppare economie dal basso e di conciliarle con la qualità della vita dei cittadini. Iniziative come Mediterraneo Slow ci aiutano a sensibilizzare i cittadini su percorsi più ampi di rigenerazione urbana».
«Il Mediterraneo è un tema così potente che non potevamo non raccontarlo e non è un caso che proprio con Taranto si siano intrecciati i nostri percorsi – ha dichiarato Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia -. Vogliamo raccontare qui il grande patrimonio collettivo che esprime la comunità tarantina, una comunità che con la propria voce chiede una rigenerazione che tenga conto delle questioni socio-economiche al pari di quelle ambientali, in un approccio integrato che guarda a un futuro di gioia e bellezza, diritto di tutti gli esseri umani. La migliore politica è quella in cui le istituzioni sostengono la rigenerazione con coraggio e visionarietà. Questa è la strada di progetti come il Green belt, in cui il verde urbano è considerato una infrastruttura primaria, ed è un esempio di perfetta integrazione fra attività umane e natura. Ma noi ci occupiamo di cibo, e in questi giorni lo facciamo a partire da quelle piante definite di civiltà, perché hanno connotato fortemente lo sviluppo dei popoli del Mediterraneo, a partire dallo scambio e del dialogo, attraverso i millenni: l’olivo, il grano, la vite. Dal Mediterraneo e da Taranto oggi parte la nostra dichiarazione di amore verso il futuro».
In occasione di Mediterraneo Slow si tiene a Taranto anche il Consiglio del movimento internazionale Slow Food, con la presenza di 43 delegati da 27 Paesi, tra cui Uganda, Australia, Ucraina, Germania e Stati Uniti, uno dei momenti associativi più significativi del movimento della chiocciola in cui i referenti provenienti dai cinque continenti delineano le linee politiche del futuro, identificando i grandi temi su cui Slow Food si impegna, dall’agroecologia alla tutela della biodiversità. Edward Mukiibi, presidente di Slow Food, ha messo in evidenza come, «proprio da esperienze come quella di Taranto, i consiglieri potranno essere di ispirazione per tutto quello che verrà discusso in questi giorni e per propagare il concetto di rigenerazione urbana in tutto il mondo».
Il programma di sabato 7
Punto di partenza delle attività dedicate alla cittadinanza è la Rotonda Marinai d’Italia sul Lungomare Vittorio Emanuele III. Qui nel pomeriggio di sabato 7 si tengono gli approfondimenti sul futuro dell’agricoltura mediterranea e, in particolare, dei cibi che ne hanno plasmato gastronomie, stili alimentari e paesaggi, (Mediterraneo, mare aperto alle 15), ma anche sulle politiche locali del cibo, tema su cui Taranto da anni lavora, (Politiche locali del cibo: verso una visione mediterranea alle 17).
Alle 17, Mediterraneo Slow si sposta al Rione Tamburi, nel Parco Lulù, dove Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, consegna i libri della casa editrice della chiocciola dedicati ai bambini. L’iniziativa è una delle tappe di Legalitria, un progetto di lettura nazionale per la legalità. Al momento della consegna sono presenti anche il Garante dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Puglia, Ludovico Abbaticchio, e il Garante regionale dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà, Piero Rossi.
Il mercato
Dalle 18 alle 22, e tutta la giornata di domenica, dalle 10 alle 22, la Rotonda è animata dalle bancarelle dei Mercati della Terra e del Mare con 70 produttori delle Comunità e dei Presìdi – e futuri Presìdi – Slow Food di Puglia e non solo, tra cui la cozza nera di Taranto, il pomodoro giallorosso di Crispiano, il pomodoro fiaschetto di torre Guaceto e quello di Manduria, gli olivi secolari e la fava del Carpino, gli agrumi del Gargano, il pane tradizionale dell’Alta Murgia, il capocollo di Martina Franca, la capra jonica e quella garganica, la vacca podolica e il caciocavallo podolico del Gargano, e molti altri.
L’esperienza Slow
La partecipazione è libera e gratuita. Si raccomanda di presentarsi in loco 10 minuti prima dell’inizio dell’appuntamento.
Come ogni evento organizzato dal movimento della chiocciola, la manifestazione tarantina offre al pubblico diverse occasioni per vivere un’esperienza Slow.
Sono le degustazioni ospitate nello stand della Regione Puglia insieme alle cuoche dell’Alleanza Slow Food e ai produttori pugliesi: sabato 7 protagonista è la cuoca a domicilio Anna Maria di Gregorio protagonista di Sua maestà la regina nera di Taranto alle 18, e Friselline, tubetti e settembrine alle 20.30.
Per chi vuole conoscere il territorio, niente di meglio delle visite guidate ai produttori del Tarantino: alle 10 di sabato i cultori degli oli extravergine pugliesi possono immergersi nei 110 ettari della Tenuta Venterra di Grottaglie, mentre alle 16 ad aprire le porte è l’Agricola Felline di Manduria con il suo Primitivo.
Per concludere le giornate, lo Spazio incontri ICPI e Slow Food propone gli Aperitivi in musica. Sabato alle 19 si degustano Tre Presìdi in un colpo solo: la cozza nera di Taranto, il caciocavallo podolico del Gargano e il pallone di Gravina. Ai fornelli la cuoca a domicilio dell’Alleanza Slow Food Anna Maria di Gregorio. L’appuntamento prevede inoltre la degustazione di vini del territorio, ed è arricchito dalle note di Pachamama, trio di musica itinerante e dalle loro musiche circensi, swing e balcaniche.