Manuela Zero protagonista di “Cinquantadue”, che racconta la violenza di genere in 16 minuti

La musicista e attrice è la protagonista del nuovo corto che racconta il delicato e profondo tema della violenza di genere. Il progetto è stato presentato a Roma il 18 novembre, in occasione del RIFF Festival.

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In questa giornata internazionale contro la violenza sulle donne, vogliamo ricordare il corto Cinquantadue (16 minuti) – presentato all’ultimo RIFF Awards – Rome Independent Film Festival – che segna l’esordio alla regia di Andrea Bernardini, insieme a Sebastiano Casella; protagonisti Manuela Zero nei panni di Adele e Maurizio Tesei in quelli del compagno violento.

Adele vive nella periferia a sud di Roma, in un quartiere difficile fatto di caseggiati popolari. La convivenza con un uomo violento la porterà a prendere una decisione drammatica che non le permetterà di tornare più indietro.

Cinquantadue è una storia di violenza di genere, che pone un quesito: fino a che punto è lecito spingersi quando la disperazione prende il sopravvento? Quando siamo imprigionati in una situazione dalla quale non riusciamo a tirarci fuori, abbiamo davanti un bivio: accettarla o essere disposti a tutto per cambiarla.

«Volevamo che il corto fosse provocatorio, che lasciasse lo spettatore in sospeso, non appagato. Molte domande aperte a cui dare una risposta. L’idea basilare è che lo spettatore abbia un ruolo attivo nell’interpretazione e sia, in qualche modo, obbligato a riflettere», ha spiegato il regista Andrea Bernardini.

«Adele è una donna sola, che si è spenta poco alla volta. E il buio che la abita tinge le pareti della scena con colori cupi e bruciati, opprimenti, fino a farne un’immagine riflessa del suo dramma interiore», ha aggiunto Sebastiano Casella.

Manuela Zero, musicista e attrice, di origini sorrentine – che si alterna tra musica e recitazione ormai da tempo – racconta così il delicato e profondo tema della violenza di genere. «Una storia vera che parla di una donna che subisce violenza in tutti i modi, e che cerca di liberarsene. Si tratta di un punto di vista molto nuovo, proprio perché si parla di questa donna che trova dentro di sé il coraggio di lottare. Si chiama Cinquantadue perché è legato all’articolo penale sulla legittima difesa. Mentre subisce violenza, lei è in uno stato psicologico fuori controllo. Il modo che trova per ribellarsi è quindi attaccato a un controllo, e lei è davvero devastata. È stato molto duro studiare questo personaggio; interpretare una donna che subisce quel tipo di violenza mi ha portato ad affrontare un’inquietudine nell’anima molto forte. Sono contenta di aver preso parte a questo progetto», conclude l’interprete che sarà la prossima protagonista di una nuova serie tv Mediaset scritta da Tognazzi e Izzo.

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