Vittorio Sgarbi spiega il Caravaggio a Sorrento per la consegna del Premio Internazionale “Torquato Tasso”

Vittorio Sgarbi ripercorre la vicenda artistica del Caravaggio.

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Caravaggio a Sorrento. Per una sera.

Il pittore, certo, ma insieme anche il personaggio e la scia di straordinario artista che si porta dietro attraversando la storia, quella dell’arte e quella dei secoli.

Per una figura geniale e controcorrente, sul palco un attore d’eccezione: il compito è affidato a Vittorio Sgarbi.

Proprio lui a Sorrento per la consegna del Premio Internazionale “Torquato Tasso”  ha portato in scena il mito di Michelangelo Merisi presso l’iconico albergo Bellevue Syrene, affacciato sul golfo cantato da Lucio Dalla.

Durante la prestigiosa lectio magistralis, scorrono le immagini di alcune delle opere più celebri del Merisi divenute iconiche per gli amanti dell’arte ma non solo.

Sgarbi ha puntato l’accento sulla contemporaneità di Caravaggio, «doppiamente contemporaneo: in primis perché c’è, perché viviamo contemporaneamente alle sue opere che continuano a vivere; e poi perché la sensibilità del nostro tempo gli ha restituito tutti i significati e l’importanza della sua opera. Non sono stati il Settecento o l’Ottocento a capire Caravaggio, ma il nostro Novecento. Viene riscoperto in un’epoca fortemente improntata ai valori della realtà, del popolo, della lotta di classe. Ogni secolo sceglie i propri artisti e questo garantisce un’attualizzazione, un’interpretazione di artisti che non sono più del Quattrocento, del Cinquecento e del Seicento ma appartengono al tempo che li capisce, che li interpreta, che li sente contemporanei. Tra questi, nessuno è più vicino a noi, alle nostre paure, ai nostri stupori, alle nostre emozioni, di quanto non sia Caravaggio».

 

ph. Alfonso Romano

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