Sette domande. Alberto Bambini: “con il cinema e l’arte combattiamo la digitalizzazione delle nostre vite”

Il regista, sceneggiatore e musicista toscano racconta come è "ripartito". Dopo la pausa forzata, il suo ultimo cortometraggio "Three" - con protagonista la bravissima Melania Dalla Costa - ottiene l’Official Selection al prestigioso festival americano "TOP SHORTS Film Festival".

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Alberto Bambini è tornato alla regia dopo il grande successo del suo primo corto ‘Lucinda’  già vincitore del prestigioso International Film Festival di Los Angeles come Best Short Film. Adesso, il regista toscano è pronto ad una nuova ed entusiasmante sfida. Lo scorso novembre, infatti,  è uscito il suo secondo corto intitolato ‘Three’. Protagonista del corto è l’attrice italiana Melania Dalla Costa. Il corto narra la storia di Camilla, ma anche il grande conflitto tra bene e male. ‘Three’ viene distribuito da Vivi Distribution, la nuova e recente casa di distribuzione nata proprio dalla volontà di Alberto Bambini di diffondere l’arte in tutte le sue sfumature, distribuendo corti, film e serie web.

La storia di Three è ad alta tensione. Racconta di un giovane medico legale di nome Camilla a cui viene brutalmente uccisa la sorella. Tra mistero e dolore, la vita della giovane cambia di colpo. L’evento sconvolge la vita di Camilla che si ritrova costretta a fare i conti con elementi come la solitudine, la paura, l’oscurità. Il male prende il sopravvento e Camilla non si sente più al sicuro, nemmeno tra le mura di casa. Tutte le sue certezze crollano. Alla giovane donna toccherà la stessa sorte della sorella?

Ancora una volta, Alberto Bambini desidera affrontare grazie ad un ‘thriller psicologico’ tutte le sfumature del male e quella grande paura che ognuno di noi vive, almeno una volta nella vita, quando perde qualcuno.

Con “Three” già vincitore del New York Film Award nella categoria Best Horror (e Melania Dalla Costa premiata come Miglior attrice) e del Los Angeles Film Awards nella categoria miglior corto, dopo la pausa forzata, il corto ha ripreso il suo cammino ottenendo l’Official Selection al prestigioso festival americano “TOP SHORTS Film Festival”. Abbiamo incontrato il regista proprio dopo la prestigiosa nomination (ringraziando particolarmente la collega Anna Chiara Delle Donne).

Alberto, partiamo dalla fine, dopo il lockdown e lo stop anche nel mondo del cinema e dello spettacolo in generale, l’ultimo tuo corto “Three” riprende il suo cammino e ottiene l’Official Selection al prestigioso festival americano “TOP SHORTS Film Festival”. Quali le sensazioni e le emozioni legate alla ripartenza proprio con questo risultato?

Sono molto felice e orgoglioso di questa selezione. E’ la terza di fila negli stati uniti dopo le vittorie a Los Angeles e New York. Non saprei, probabilmente negli Usa apprezzano la mia visione del cinema, in effetti molto vicina alle produzioni d’oltreoceano.

Il mondo del cinema (attori, attrici, tecnici, registi, esercenti, distributori), è stato l’ultimo a ripartire (e non ancora tutti purtroppo): come hai trascorso questo tempo “sospeso” e di “forzata reclusione” (sei peraltro anche un distributore con la tua casa “ Vivi Distribution”)?

Ho letto molto, mi sono visto e rivisto decine di film che avevo dimenticato e ho studiato e pianificato quelli che saranno i miei prossimi passi cinematografici e non.

Distributore, regista, sceneggiatore e musicista. Quattro modi diversi di vedere il cinema, in quale ti trovi più a tuo agio?

Ognuno di questi dà emozioni e soddisfazioni diverse. Al di là del distributore che è una attività molto più di ufficio, le restanti mi danno in egual modo un senso di “pacifica euforia”…L’emozione che vado sempre cercando qualsiasi cosa io faccia.

“Lucinda” ed “Three” sono entrambi dei thriller, un genere che in Italia vanta una tradizione importante, affrontata e trasformata da veri e propri maestri del genere da Lucio Fulci a Umberto Lenzi, da Pupi Avati a Dario Argento, e non ultimo Luca Guadagnino. C’è tra questi nomi qualcuno a cui ti ispiri per i tuoi lavori?

Non sono un fanboy di nessun regista, musicista o artista in genere pur ovviamente, riconoscendo la grandezza di ognuno dei personaggi che hai citato. Ognuno ha il suo stile, di certo preferisco prendere quello che ritengo personalmente “il meglio” da ognuno e cercare di crearmi un mio stile personale.

Dietro a questo genere ci sono aspetti dell’animo umano che da sempre affascinano e interrogano: la paura, il dolore, la solitudine, il bene e il male. Per te la paura cos’è, come viene “elaborata” e “adattata” nei tuoi film?

La paura è un sentimento primordiale, violento e irrazionale. Per questo è stimolante per un regista cercare di provocarla. Preferisco che lo spettatore provi un senso di angoscia che si protrae per qualche minuto alla fine della visione piuttosto che si limiti a fare qualche salto sulla sedia!

Il futuro quali progetti riserva? Oltre alla partecipazione ai festival a quando il ritorno dietro la macchina da presa?

Dopo aver scritto una sceneggiatura a tre mani con gli scrittori Filippo Santaniello e Antonio Venezia, sto lavorando da qualche mese alla preproduzione del mio primo lungometraggio. E’ una strada lunga e inesplorata ma che spero possa arrivare alla conclusione prima
possibile!

Voglio chiudere con una tua affermazione recente: “Credo moltissimo nell’arte e nella scoperta dell’arte”. Mi sembra questo un messaggio ancor più attuale oggi, ripartire dall’arte e dalla bellezza, e non solo nel mondo del cinema e dello spettacolo. Ritieni ancora di condividere tale tuo pensiero?

Assolutamente si. Il mondo ha bisogno di bellezza, ha necessità di vedere le cose sotto altri punti di vista. Andiamo sempre di più verso il baratro della totale digitalizzazione delle nostre vite. E questo, purtroppo è una condizione che fa a cazzotti con la libertà di avere visioni sfumate e diverse proprie dell’arte. L’essere umano è un essere analogico, non digitale. Spero che non se lo dimentichi mai.

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