Il professore ordinario di diritto commerciale nell’Università di Napoli Federico II Giuseppe Guizzi è l’autore de Il «caso Balzac». Storie di diritto e letteratura, edizioni Il Mulino.
A centosettant’anni dalla morte di Balzac la Comédie humaine continua ad esercitare un’irresistibile attrazione: per gli scrittori, che nella loro perenne ricerca di un’identità non possono fare a meno di rispecchiarvisi; per gli storici e per gli economisti, che riconoscono – come già Marx ed Engels – il carattere lucidamente visionario di molte delle pagine balzachiane, che nel rappresentare l’avvento del capitalismo finanziario ne hanno colto anche tutte le possibili derive e degenerazioni.
La critica letteraria più recente ha, d’altronde, ripetutamente messo in luce la duplice vocazione di Balzac, il suo essere contemporaneamente un «peintre» e un «penseur», capace di descrivere la realtà in tutti i suoi aspetti e di riflettere su di essi cogliendone l’essenza. Strumento privilegiato di conoscenza, l’opera di Balzac esercita, tuttavia, un fascino irresistibile anche per il giurista.
Mettendo in scena la società francese all’indomani delle codificazioni napoleoniche, e dunque sulla soglia della modernità anche nel campo del diritto, i suoi romanzi offrono l’occasione per mettere a fuoco alcuni problemi fondamentali dell’esperienza giuridica. Contratto e successioni; credito e mercato finanziario; iniziativa economica, concorrenza, insolvenza; crisi della giustizia: non c’è problema che la penna di Balzac non riesca a cogliere nella sua dimensione universale. Problemi sempre uguali e sempre irrisolti, perché se la realtà che ci circonda cambia quel che non muta è, invece, l’uomo, che del diritto è il necessario e unico termine di riferimento. Se dunque – come insegna Gadamer – nell’incontro con l’opera d’arte si attua sempre un’esperienza che ci modifica, perché cambia il nostro modo di vedere il mondo, ripercorrere le pagine di Balzac e la sua riflessione intorno al diritto consente di compiere, oltre a una fantastica esperienza estetica, anche e soprattutto un’esperienza di verità.
“Ho scritto questo libro” – racconta l’Autore – “per due ragioni. La prima è che da tempo, come professore di diritto, ho maturato la convinzione che anche la letteratura possa essere di aiuto allo studioso dei problemi giuridici, in quanto ogni opera letteraria – e soprattutto il romanzo – è strumento di conoscenza degli uomini, delle loro passioni, dei loro interessi, dei rapporti con altri uomini: ossia, in una parola, strumento di conoscenza proprio di tutto quel che il diritto deve necessariamente disciplinare. La seconda ragione è, invece, che da appassionato lettore di Balzac mi sono reso conto di come le questioni di diritto siano centrali nella Comédie, sicché mi è sembrato potesse essere utile offrire – ai lettori meno avvertiti e consapevoli delle problematiche giuridiche – una nuova e ulteriore chiave di lettura per apprezzare in profondità la bellezza e la verità dei suoi romanzi”.