Wine Business. Esordio con bollicine per la nuova ‘D.a.d. del vino’

Mercato tedesco e Prosecco Docg inaugurano il nuovo corso del prof. Giuseppe Festa (Univ. Salerno). Ospite del primo incontro il gruppo veneto Santa Margherita Vini

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E’ partita ieri la nuova avventura del Wine Business targata UniSa. L’ateneo salernitano ed il professor Giuseppe Festa (direttore del corso) hanno condotto all’avvio la IX edizione dell’ormai consueto appuntamento con il vino, studiato ed affrontato nella sua veste accademica. Come anticipato alcune settimane fa, la straordinarietà del nuovo percorso di studi che i discenti andranno ad intraprendere sarà tutta nella sua versione smart. Lezioni a distanza per una vera e propria Dad vitivinicola. Il corso di quest’anno affronterà in maniera approfondita i temi enoturismo ed internazionalizzazione delle imprese italiane. Ampio spazio dunque al futuro del turismo enologico dell’era post-covid. 

Dopo i saluti istituzionali dell’assessore all’Agricoltura per la Regione Campania, Nicola Caputo, introdotto dal direttore del corso prof. Festa, è giunto anche il messaggio del presidente dell’Associazione Nazionale Città del Vino – partner ufficiale del corso Wine Business – Floriano Zambon. Enoturismo e nuovi mercati saranno dunque le prossime sfide su cui puntare per l’Italia.

Il Belpaese è da tempo leader nella classifica mondiale dei produttori di vino, con circa 50 milioni di ettolitri all’anno, a fronte di un consumo nazionale che rasenta i 30 milioni hl. Una domanda del nettare italiano che proviene sempre più da mercati esteri, sia interni all’UE che extra europei.

Nel primo incontro si è affrontato il case study della Germania, motore trainante dell’economia europea e principale importatore di vini italiani assieme a Regno Unito ed U.S.A. A proposito della realtà tedesca, poi, è intervenuto anche uno dei massimi esperti di birre artigianali, il bene ormai ritenuto alternativo al vino.

Alfonso Del Forno (Slow Food) ha infatti accompagnato la descrizione del panorama gastronomico della Germania in ottica di Stato dedito maggiormente all’import/export di vino/birra con la nostra realtà. Un panorama vitivinicolo, quello germanico, sempre crescente e con ben il 21% di produzione a Riesling, fra Renania e Mosella, oltre ad ottime percentuali di Pinot blanc e noir.

Tornati all’Italia, è venuta quindi la volta dell’azienda ospite della prima tappa del tour virtuale targato Wine Business: il gruppo veneto Santa Margherita. Ospiti della lezione il brand manager Matteo Nicoletti e la collega Francesca Zanatta.

Con i due esponenti dell’azienda – che oltre al Veneto ha acquisito altre realtà produttive fra Lombardia, Trentino Alto-Adige, Sardegna, Sicilia e Toscana – spazio alla narrazione aziendale. Storytelling sull’epopea della famiglia Marzotto attraverso i decenni e le generazioni, preludio alle tre degustazioni a distanza in fase finale.

Prosecco Superiore brut, naturalmente Conegliano-Valdobbiadene Docg, per aprire la bocca con un perlage finissimo ed una freschezza unica nel suo genere grazie al vitigno semi aromatico Glera.

Bianco fermo dalla Valdadige, di cui l’azienda possiede vigne sia in provincia di Trento che di Bolzano, è il secondo assaggio. Eleganza, sentori di frutta bianca in prevalenza pera, leggero in bocca e dal finale piacevole. Un vino puro e leggiadro, a base di Pinot grigio 100% vinificato in bianco senza contatto con le bucce.

Chiusura, in fase ormai di apericena dato l’orario tardo pomeridiano, con uno spumante “libero” che rappresenta tre territori differenti. Un blend di Glera da prosecco, Chardonnay della Valdadige trentina e Malbec del Veneto orientale, quest’ultimo unico vitigno a bacca nera aggiunto in piccola percentuale. Uno spumante rosè generico, esente dai vincoli di disciplinare cui invece è soggetta ad esempio la nuovissima produzione Doc del Prosecco Rosè (Glera + Pinot noir in 10 o massimo 15%).

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