Tina Simonelli è una scrittrice e, da sempre, è dalla parte delle donne, dalla parte di chi subisce angherie, cattiverie, soprusi. E’ nata a Napoli e vive a Roma. Fin da piccola ha nutrito un forte interesse per la letteratura e l’arte in genere.
Si è avvicinata al mondo della scrittura con parole semplici e frasi profonde, rivolgendosi agli esclusi, alla solitudine dell’uomo, ai bambini e alla protezione degli animali… È una artista capace di esplorare l’animo umano e infondere speranza nella vita quotidiana dei suoi lettori. Il suo ultimo libro, “Lei”, parla di forza, di donne, di speranza. Vi lasciamo alle sue parole, a queste nostre #settedomande.
Ciao Tina, e benvenuta qui a paginasette. Ci presenti subito il tuo ultimo lavoro editoriale? Lei… chi è Lei?
Lei è una ragazza bella e intelligente violentata da un cameriere che vive nella sua stessa abitazione. Parliamo infatti di una famiglia benestante, agiata. Il padre è un maresciallo dell’Arma dei Carabinieri, la madre insegna a scuola. Ti dico questo proprio per dimostrare come la violenza può nascere in ambienti che per noi sono sicuri, tra le persone che abbiamo vicino e che ci sembra di conoscere perfettamente, addirittura dentro casa.
Un libro che trasuda forza, speranza. Che parla di donne alle donne. Quanto bisogno c’è – nel mondo di oggi – di rivolgersi alle donne, di raccontare il loro universo, di farsi megafono delle loro istanze?
C’è ancora tanto bisogno, credimi, per far capire alle donne che nascondere questa tortura della violenza è francamente inutile. La violenza sulle donne è una mancanza di rispetto verso l’umanità. Dovremmo gridarlo forte al mondo intero. Avere la forza di continuare a vivere è un altro dei messaggio di Lei che trovi all’interno del libro.
Presentiamo il tuo libro sul nostro sito, proprio a pochi giorni da una data importante: il 25 novembre si celebra in tutto il mondo la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Quanta strada ancora c’è da fare per far cessare questo odio assurdo, questa continua discriminazione contro le donne, che inasprisce le disuguaglianze di genere?
Credo che occorra molta più protezione per le donne in generale. Che per le sofferenze che ancora patiscono serva attuare una leggi e misure che possano andare contro chi ancora ci discrimina e chi non rispetta ciò che siamo da sempre: il centro dell’umanità in tutti i sensi. Ecco perché molte donne vittime di violenza non parlano. Perché si sentono letteralmente abbandonate, in primis dalle istituzioni.
Quanto c’è di te in questo libro, e quanto in generale nei tuoi lavori?
In questo libro c’è tanta femminilità, è vero, e ovviamente in tutti i miei romanzi. C’è sensibilità e amore verso il prossimo. Questo è ciò che sento in ogni mio lavoro.
Nel tuo universo “rosa” grande spazio hai dato alla Piccola Lily, una vera e propria saga che ruota attorno ad una bambina sensibile, che – è proprio il caso di dirlo – è volata dalle pagine dei libri alle tavole dei palcoscenici dei teatri. Che emozione è stata aver dato “vita artistica” ai tuoi personaggi?
Grande è stata l’emozione per Lily, innanzitutto per il lavoro che c’era dietro, e che ha mi ha dato poi la forza per continuare vera e propria saga, l’ultimo capitolo è in uscita per Natale. La Piccola Lily è una farfalla volenterosa, che vuole cambiare il mondo per portarlo nella dimensione della pace e dell’amore. Questa collana porta proprio ad apprezzare la grande sensibilità e amore che anche un piccolo e semplice animale – una farfalla, appunto – può dare al mondo intero.
Il tempo sospeso del covid ha dato nuovo impulso alla lettura casalinga. Chiusi in casa abbiamo scoperto quanto i libri siano un amico importante. Che messaggio, che invito vorresti rivolgere soprattutto ai più giovani invogliandoli ancor di più a leggere?
La scrittura simboleggia per me da sempre emozione e umanità. I messaggi che lancio servono affinché qualcuno li possa ascoltare dentro. Leggere un libro può davvero cambiare se stessi, aprire porte che magari non conosciamo. Tutte emozioni che mi hanno aiutato anche durante il tempo della pandemia. Anzi. Non mi sono mai fermata con le presentazioni, scrivo dal 1992, e anche durante un mio personale e precedente periodo di stop, ho fatto di tutto per tornare a pubblicare perché scrivere significa vivere. Attraverso i miei romanzi entro in casa vostra, vedo le vostre cose e le racconto, le scrivo.
E per il futuro? Sei già al lavoro su qualcosa di nuovo?
Per il futuro ci sono altri romanzi, nuovi, già pronti e anche questo per dare dei messaggi – come ad esempio La Casa Abbandonata – sull’amore, la famiglia, la povertà. E poi ancora, come ho detto, un altro romanzo della Piccola Lily in uscita per Natale.