Sette domande. Elisa Di Eusanio: «Il segreto di DOC? La forza del gruppo. Sorprese? Il bello deve ancora venire»

E' tra i protagonisti di “DOC 2”, la serie campione di ascolti targata Raiuno e prodotta da Lux Vide, che ha debuttato con straordinario successo lo scorso 13 gennaio. Elisa veste nuovamente i panni della simpatica e "materna" caposala Teresa Maraldi. Parliamo con lei delle sorprese, dei segreti e della forza della fiction più amata dagli italiani.

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Elisa Di Eusanio è attrice di grande carisma e talento. Nativa di Teramo – dopo aver terminato le scuole superiori – si trasferisce a Roma per frequentare “L’Accademia Nazionale Silvio D’amico” conseguendo il diploma nel 2002. Il suo esordio nel mondo del cinema è nel ruolo di Sara, in “Come tu mi vuoi” diretto dal regista Volfango De Biasi. Nel 2017, Carlo Verdone nota il suo talento e la sceglie per il suo film “Benedetta follia”.

Oggi è tra i  protagonisti di “DOC 2”, la serie campione di ascolti targata Raiuno e prodotta da Lux Vide, che ha debuttato con straordinario successo lo scorso 13 gennaio.

Elisa veste nuovamente i panni della simpatica e “materna” caposala Teresa Maraldi. Per lei come per tutta la squadra che ruota attorno al Doc Luca Argentero si tratta adesso di affrontare una nuova vita: difatti la narrazione della seconda stagione, non prevede soltanto la fase più grave della pandemia causata dal Coronavirus, ma anche il ritorno, alla tanto agognata normalità che tutti stiamo aspettando.  

Parliamo proprio di questo con Elisa, all’indomani del debutto della serie e con un dati di ascolti di oltre 7 milioni e uno share del 30.5%, con picchi del 34.8% che confermano  ”Doc– nelle tue mani”  come la fiction “medical” più amata dagli italiani.

Ciao Elisa e benvenuta su paginasette. Sei, riconfermatissima, nel cast di Doc – Con le tue mani, che è ripartito con la seconda serie e con un successo incredibile. Com’è stato lavorare accanto ad un gruppo di colleghi così oramai rodato e affiatato?
Faccio parte della squadra fin dalla prima stagione e da subito mi sono inserita molto bene in questo gruppo di straordinari esseri umani prima di essere attori. Nella seconda stagione il mio personaggio è stato approfondito e  ci siamo uniti ancora di più e abbiamo confermato il nostro spirito di squadra coeso e familiare. Siamo tutti molto uniti.

Sei una caposala “accogliente”, ma anche attenta e scrupolosa: Teresa Maraldi ti somiglia? Cosa c’è di Elisa nel personaggio di Teresa?
Teresa mi assomiglia per il suo senso materno e protettivo e per il rigore sul lavoro. Ci teniamo molto entrambe a lavorare con professionalità e serietà. E poi abbiamo  una vena di follia che se guardate bene ogni tanto viene fuori.

Quale è il segreto di Doc? Sei riuscita a spiegarti il motivo per cui è piaciuto e continua a piacere così tanto, al punto da essere “esportato (vedi in Francia)”?
Il segreto secondo me è il dinamismo e lo spirito tutto sommato rassicurante. E poi il gruppo che arriva compatto e unito e questo si percepisce parecchio, gruppo capitanato magistralmente dal nostro doc.

La prima serie di Doc è andata in onda durante il lockdown. Forte è stato l’impatto emotivo sul pubblico. Voi stessi avete dovuto interrompere e poi riprendere le riprese, con i nuovi protocolli. Come è stato riadattarsi a regole e procedure inimmaginabili rispetto al passato?
E’ stato inizialmente alienante e piano piano tutto si è normalizzato come poi accade nel nostro quotidiano anche se devo dire erano talmente organizzati sul set che per quanto mi riguarda non è stato un rientro particolarmente traumatico

Il Covid è entrato nella serie, inevitabilmente, nella prima puntata. La prima volta che una fiction racconta un fatto di attualità che non è per niente concluso e che ha lasciato cicatrici indelebili in ognuno di noi. Quali emozioni hanno pervaso il set mentre giravate quella puntata, e cosa hai percepito tu davanti al video nel rivederla?
E’ stato molto forte e il bello deve ancora venire. Per noi si è trattata di un’ esperienza pesante e indimenticabile, abbiamo lavorato bardati come gli operatori sanitari nella realtà e ci siamo resi conto di quello che hanno passato davvero. I segni sul volto delle doppie mascherine, le tute, i guanti, l’aria che ti mancava, è stato incredibile. Ricordo di aver pianto un giorno dopo aver empatizzato profondamente con la vita degli ospedali e il mio rispetto per questi lavoratori è totale. E poi certamente vivere l’esperienza covid dal punto di vista di chi lo ha dovuto realmente fronteggiare è stata travolgente.

Non posso non chiederti di Luca Argentero. Amatissimo dal pubblico e che in questo ruolo è perfetto. Com’è lavorare con lui?
Luca è una grande leader, una splendida persona e  un professionista eccellente. Non ha mai perso l’equilibrio, la gentilezza , il controllo e il rispetto. Gli voglio molto bene.

Teatri e cinema chiusi per tanto tempo e che faticano dinanzi a questa nuova quarta ondata. Tu che dal teatro vieni, la pandemia ha affossato un settore, in cui lavorano centinaia di persone, ma ha anche provocato una crisi che è soprattutto culturale. Ne usciremo? In che modo secondo te?
Certo che ne usciremo e mi auguro trasformati in meglio. A questo punto è il momento di indagare a fondo su ciò che non funziona nel nostro sistema e non funzionava anche prima del covid. La crisi potrebbe aiutarci a migliorare. La strada per me è puntare sulla qualità e riappassionare il pubblico. Io credo moltissimo nel potere costruttivo della crisi. Certo ora abbiamo bisogno anche di sostegno, di forza e tanta pazienza.

 

si ringrazia la collega giornalista Sara Morandi

credits ph. Erika Kuenka

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