Il prossimo 5 maggio a Sant’Agata de’ Goti, la perla della valle Caudina, verrà ufficializzato il progetto ”Divinamente abili” portato avanti da Città del Vino con la partecipazione di molti altri stakeholder locali e regionali, impegnati nella sanità e nell’inclusione. Il borgo sannita sarà palcoscenico di presentazione del progetto, che va dal 1 aprile al 31 dicembre 2022, che mira a creare autonomia ed inclusione sociale mediante una terapia occupazionale per persone diversamente abili, nell’ambito della vigna e della cantina. Location dove il progetto prenderà corpo sarà l’azienda vitivinicola Ciervo di Dugenta (BN).
Mission del progetto:
L’iniziativa nasce dalla volontà di realizzare un progetto sperimentale, che possa rappresentare una risorsa per il territorio e un ponte tra riabilitazione ed inclusione sociale e lavorativa dei soggetti con disabilità, nel settore vitivinicolo e in quello agricolo in generale.
L’ipotesi progettuale prevede un protocollo d’intesa tra l’Associazione Nazionale Città del Vino, il Centro Medico Erre el’azienda vitivinicola Cantine Ciervo, coinvolgendo un gruppo di giovani diversamente abili impegnati in tutte le fasi colturali della vite, fino alla vendemmia ed alla successiva lavorazione dell’uva, per arrivare a seguire tutte le fasi che portano alla produzione del vino ed al relativo imbottigliamento.
Il progetto nasce dalla necessità di predisporre percorsi che abbiano come finalità l’acquisizione di professionalità e/o competenze professionali, che facilitino un’integrazione sociale e lavorativa dei ragazzi, consentendo loro il potenziamento dell’autonomia e il miglioramento del livello di autostima, offrendo, al contempo, un’occasione di maturazione complessiva, in grado di potenziare le capacità residue e rendere la persona diversamente abile capace di sapere, saper fare e quindi saper essere.
Il presente progetto si pone anche la finalità di favorire la partecipazione alla vita della società civile promuovendo, attraverso azioni socializzanti e inclusive, il confronto attivo tra l’ambito formale dei servizi e l’ambito dell’informalità, garantendo una crescita e un arricchimento reciproco.
La costruzione del progetto di vita dell’individuo con diversa-abilità passa attraverso le sue relazioni interpersonali. La relazione rappresenta, dunque, il principale strumento del lavoro educativo da realizzare.