Giuseppe Villani nato a Chiari, in provincia di Brescia, non rinnega affatto le sue origini di Agerola, la città dei Monti Lattari che guarda alla Costiera Amalfitana famosa per il suo fiordilatte, la provola affumicata, ricercato ingrediente per ogni buona pizza che si rispetti.
Perché è proprio lontano dalla verace cittadina della provincia di Napoli, terra natia dei suoi genitori, per la precisione nel cuore della Bassa Bresciana, al confine con la Provincia di Bergamo, non distante dal Lago d’Iseo e dal fiume Oglio, che insieme a loro – titolari del ristorante pizzeria “Pulcinella” – ha iniziato a muovere i propri passi nel mondo della ristorazione fin da giovane per poi fare il salto grazie agli insegnamento del pluricampione mondiale Giuseppe Lapolla.
Ai tanti riconoscimenti ottenuti – il primo posto al Campionato mondiale della pizza nel 2019, il primo posto al trofeo internazionale pizza ai sapori d’autunno del 2019 e il terzo posto al campionato europeo pizza senza frontiere con finale svoltasi a Londra sempre nel 2019 – si è aggiunto a fine ottobre di quest’anno, il “Premio Eccellenza Italiana”, arrivato alla nona edizione, che si svolge in contemporanea a Roma e a Washington e che punta a celebrare coloro che hanno tenuto alto il nome del Belpaese nel mondo.
Villani, è stato premiato per “i continui sforzi nel mondo della pizza e della promozione del territorio e delle materie prime di qualità nel campo della pizza”.
Grazie al supporto della collega Anna Chiara Delle Donne, abbiamo incontrato perciò Giuseppe Villani, a cui abbiamo rivolto le nostre #settedomande.
Quanto é nata la tua passione per la ristorazione?
Vengo da una famiglia di ristoratori, sono nato “artisticamente” nel ristorante dei miei genitori, quelle mura mi hanno permesso e garantito un luogo sicuro per provare, sperimentare e mettermi alla prova a 360 gradi per incontrare gusti e sapori che magari si possono scoprire dopo alcuni anni, visto che il tempo dietro al forno è sempre limitato. Grazie poi al mio mentore Giuseppe Lapolla che mi segue in questo cammino sempre in salita e sempre alla scoperta delle novità di questa bellissima arte.
Quando hai capito che avresti voluto fare questo mestiere?
Da bambino, vedevo mio padre Pietro e mia mamma Teresa alle prese con il ristorante di famiglia 365 giorni l’anno. Sono nato in questo mestiere e fin da subito ho capito che la vita dietro al forno era il mio presente a anche il mio futuro e adesso sono co-titolare del ristorante pizzeria Napule’s ad Erbusco.
Scegli personalmente ogni singola materia prima di creare una pizza. Quali sono le materie che prediligi?
La scelta degli ingredienti è fondamentale e se non conosci bene gli ingredienti non riuscirai mai a farli sposare sulla pizza. Con gli ingredienti sono molto rigido, voglio solo il meglio, perché come recita il mio slogan “Food Experience” la pizza deve essere un’esperienza di sapori, un’alchimia di gusti. Prediligo le materie prime locali, prodotti di nicchia con piccole lavorazioni o produzioni che possono donare un tocco di esclusività al mio prodotto. Credo sia fondamentale utilizzare prodotti e materie prime che hanno subito il minor numero di lavorazioni, cosí da sentire il gusto esaltato dalla cottura finale. Cerco quindi, nel poco tempo libero, di selezionare gli ingredienti che possono sposarsi al meglio con la mia pizza, anche se la ricerca è difficile perché il settore alimentare vive sempre più una trasformazione e anche i piccoli artigiani del cibo faticano a resistere in una competizione ormai diventata sfrenata.
Come descriveresti la tua Pizza Gourmet?
Un’esperienza, fondamentalmente cerco di far fare un viaggio a chi decide di assaggiare la mia gourmet. Penso e credo che la pizza gourmet possa essere definita come un “contenitore di sapori” qui cerco di fare abbinamenti e proposte che oltre alla stagionalità e alla zona, possano creare quell’effetto “wow” sul palato di chi la assaggia.
Sono tanti i premi internazionali che hai conquistato. Quale ti emoziona di più?
I premi sono importanti tutti, ogni premio che conquisto è la chiara manifestazione che ho messo una nuova stella nel firmamento della mia esperienza, quindi ogni trofeo, medaglia, coppa che ho vinto ha un valore particolare. Sicuramente tra i trofei vinti posso citare il primo posto al campionato del mondo del 2019, e il terzo posto al campionato europeo del 2019 svoltosi a Londra, questi sono due riconoscimenti molto importanti che hanno dato la spinta alla mia carriera.
Quanto sono importanti le tue radici campane per le tue creazioni?
Le radici sono importantissime, la mia famiglia è sempre stata legata a doppio filo con la nostra città d’origine Agerola, da lì proviene anche il famosissimo fior di latte che ricollegandoci con la domanda sugli ingredienti di prima, ha letteralmente rivoluzionato il mondo della pizza napoletana, con questi ingredienti di altissimo livello, le radici diventano un vero e proprio biglietto da visita, ma anche una aspettativa del cliente che rilega un sicuro successo, affiancando la tua provenienza dalla terra della pizza alla tua comfort zone, davanti al forno.
Quali sono le pizze che i clienti scelgono maggiormente e cosa ti riservi per il futuro?
I miei clienti si lasciano consigliare molto, si è creato il giusto rapporto di fiducia e molte volte sono loro stessi a richiedere delle pizze stagionali, magari con ingredienti del momento e soprattutto di stagione. Se invece vogliamo vedere in un ottica generale, molti scelgono le pizze tradizionali, dalla margherita alla prosciutto e funghi, anche lì l’evoluzione della pizza ha portato ad innalzare il livello di queste pizze e anche una margherita fatta a regola d’arte può essere un’esperienza culinaria. Continuerò con la mia opera di divulgazione delle mie pizze e di sponsorizzazione dei prodotti Italiani, che ad oggi rimangono prodotti senza paragoni in termini qualitativi e di gusto.