Sette domande. Antonio d’Aquino: «Con Milos dimostro che l’amore non ha barriere e che bisogna avere la forza di affrontare i pregiudizi»

Dopo lo straordinario successo tra i giovani che l'hanno vista su Rai play (54 milioni di visualizzazioni e quasi 23 milioni di ore di fruizione per le tre stagioni), abbiamo deciso di porre all'attore della serie cult Mare Fuori le nostre #settedomande.

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Differentemente da altri prodotti italiani incentrati sui drammi del rapporto giovani/criminalità (vedi Gomorra o La paranza dei bambini), Mare Fuori –  serie giunta alla terza stagione creata da Maurizio Careddu e Cristiana Farina e diretta da Ivan Silvestrini, in onda ogni mercoledì su Raidue, ma già successo globale in streaming su Raiplay e Netflix – racconta la verità più cruda.

C’è il tema del reinserimento nella società, in molti casi impossibile, la paura dell’andare a letto la notte perché non sai se ti rialzerai il giorno successivo, o di farsi la doccia perché potrebbe entrare qualcuno a farti del mare. Ci si nasconde le ferite durante le visite con i genitori e si temono le pressioni dei clan che entrano nel penitenziario organizzando rivolte e vendette. Il sogno della libertà, spesso agguantata a carissimo prezzo.

Con brevi flashback, ogni episodio racconta il motivo dell’arresto dei vari ragazzi, ma soprattutto, guardare tutte le stagioni permette di viverne l’evoluzione.

Tra questi il personaggio di Milos, la cui storia stiamo imparando a conoscere proprio in questa terza stagione, capitolo personale più drammatico, profondo e di sicuro anche il più coraggioso: bravissimo Antonio d’Aquino che lo interpreta.

Prima esperienza televisiva, iniziata nel 2020 con la prima stagione di Mare fuori, Antonio d’Aquino ha recitato anche nel film Come prima, diretto da Tommy Weber.

Dopo lo straordinario successo tra i giovani che l’hanno vista su Rai play (54 milioni di visualizzazioni e quasi 23 milioni di ore di fruizione per le tre stagioni), abbiamo deciso di porre all’attore le nostre #settedomande.

Antonio, se c’è una parola che identifica Mare Fuori, quella è SPERANZA. Ma se dovessi trovare una parola per il “tuo” Milos, quale useresti?
Userei la parola “coraggio”. Dalla prima fino alla terza stagione, Milos combatte una lotta silenziosa ed interiore. Negli ultimi episodi, trova il coraggio di esporsi, di rivelare una parte di sé nascosta, di ascoltare i sentimenti che spesso accantona.

Milos è un personaggio tremendamente complesso: minuto, taciturno, che parla decisamente con lo sguardo e coi silenzi. Com’è stato da parte tua approcciarsi a questo tipo di interpretazione?
É stato un incontro avvenuto pian piano, tra due mondi diversi. Non ho mai vissuto le esperienze che vive Milos, quindi mi sono avvicinato alla sua vita in punta di piedi e pian piano, l’ho compreso e voluto bene. Siamo diventati una cosa sola. É un’emozione inspiegabile.

La serie affronta temi attuali e socialmente di rilievo parlando a un pubblico di giovanissimi. Il tuo personaggio racchiude segreti che in questa terza stagione emergeranno chiaramente…
Trovo necessario parlare di tematiche sociali importanti che ancora oggi rappresentano un tabù. Dobbiamo abbattere i muri di omertà e avvicinarci alle persone che possono darci l’occasione di scoprire, crescere, evolverci. Milos mi ha dato l’occasione di parlare di una tematica importante, di dimostrare che l’amore non ha barriere e che bisogna avere la forza di affrontare i pregiudizi.

Cosa Antonio ha messo e ha dato a Milos, e cosa Milos ti ha lasciato e ti sta lasciando nell’interpretarlo?
Ho donato a questo personaggio la mia semplicità. Milos crede molto nell’amicizia ed é fedele alle persone che ama, proprio come me. Come personaggio, lui mi ha donato la consapevolezza di voler fare sempre di più questo lavoro, di apprezzare i momenti in cui sono sul set e vivere la recitazione come sfida. Devo a questo ruolo, la forza di voler continuare a fare questo mestiere.

Il successo della serie è incredibile: 80 milioni di visualizzazioni su raiplay. Ti aspettavi un simile riscontro da parte del pubblico?
Sin da quando ho letto le sceneggiature della prima stagione, ho capito che questa storia avrebbe avuto un grande impatto sul pubblico. E così é stato. Ma la cosa più emozionante é sapere che la serie non é seguita soltanto dai giovani ma anche dagli adulti ed é molto importante, per me, sapere che il pubblico trova un punto di incontro, si unisce e osserva la realtà di ció che accade a tanti giovani in difficoltà.

Sul set – lo si vede soprattutto dai social – si è creato un bellissimo rapporto di amicizia che va al di là del “buono” e del “cattivo” interpreto da ognuno di voi …
Assolutamente sì. Siamo come una grande famiglia. Abbiamo affrontato questa avventura insieme ed é bellissimo sapere che possiamo contare l’uno sull’altro. Ho un bellissimo rapporto con tutto il cast, li considero tutti come fratelli e sorelle.

Giovanissimo e già su set così importante: cosa ti senti di consigliare a un tuo coetaneo che sogna di diventare come te un attore di successo?
Studiate, sperimentate, soffermatevi ad osservare il mondo intorno a voi. Ma soprattutto: non arrendetevi. Questo mestiere é fatto di speranze, attese, sogni, tante porte chiuse in faccia ma soprattutto di una grande forza di volontà. Non bisogna mai perdere la speranza.

 

foto di Imma Petricciuoli e Sabrina Cirillo

si ringrazia l’ufficio stampa Anna Chiara Delle Donne 

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